Intervista ad Alessandro Orsetti, papà di Lorenzo Orso Tekoșer Orsetti.
Il 25 aprile del 1945 rappresenta la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, ma anche una data simbolica che vuole affermare l’ importanza di dover lottare per l’ autonomia, l’indipendenza e per la libertà da ogni oppressione. Ed è fondamentale continuare a diffondere il ricordo delle partigiane e dei partigiani che hanno lottato per questi ideali, per evitare i tentativi di avanzata di ogni fascismo, in qualsiasi forma.
In questa giornata vogliamo condividere il ricordo di uno dei partigiani dei nostri tempi, Lorenzo Orso Tekoșer Orsetti, caduto in battaglia in difesa di questi valori, e lo facciamo con un’intervista al suo papà, Alessandro Orsetti.
Lettera inviata dagli internazionalisti italiani in Rojava per il 25 Aprile 2018, contenuta all’interno del libro “Orso- scritti dalla Siria del Nord- Est”.
“Dai nostri monti, alla Siria del Nord, lotta partigiana! Il 25 Aprile del ‘45 l’Italia veniva liberata dall’oppressione nazi-fascista. I partigiani erano parte di quella generazione che decise di combattere il fascismo e di lottare per una società più umana, libera e giusta. Un’impresa difficile per cui tanti hanno sacrificato la vita. Tantissimi hanno rischiato di perderla, sono stati arrestati e torturati. Quanti hanno partecipato alla Resistenza rimarranno per sempre un esempio per tutto il mondo di coraggio e umanità. Anche nella nostra epoca continua lo scontro tra chi lotta e chi vuole portare oppressione e guerra in nome di un popolo o di un Dio superiore. proprio come allora c’è chi è pronto a chiudere gli occhi o a sostenere il fascismo, nelle sue diverse forme, per ottenere più potere o più profitti. Noi abbiamo deciso di stare dall’altra parte, dalla parte della Resistenza, e sappiamo di non essere soli.In Italia e in tutto il mondo i nostri amici e compagni stanno nelle lotte dei lavoratori, degli studenti, dei migranti, del movimento No Tav e ovunque ci siano persone che desiderino un futuro più umano e giusto. Nella Siria del Nord, si sta rivivendo lo stesso scontro che ha visto i partigiani combattere contro il fascismo. Il nemico è lo stesso che si combatteva sui nostri monti più di settanta anni fa, come anche la sua mentalità, ha solo cambiato volto: il fascismo di oggi in Siria ha la faccia di Erdogan, dell’Isis e di Al-Qaeda. Come all’epoca i nostri politici e i nostri governi quotidianamente tradiscono i valori della Resistenza, perché fanno affari con questo fascismo e ne tacciono i crimini- quando non li approvano esplicitamente. Per loro la rivoluzione della Siria del Nord è da distruggere perché rappresenta la speranza di una società libera, democratica, e in cui diversi popoli vivano in amicizia. In questa rivoluzione rivivono gli ideali dei partigiani di allora e, ispirati dal loro esempio, siamo venuti qui dall’Italia per difenderla e contribuirvi. Nonostante la distanza geografica e temporale, i nostri compagni curdi, arabi, assiri e turcomanni sentendo le storie della Resistenza le sentono come quelle di persone loro compagne e amiche. Nelle lunghe notti passate al fronte e sotto i bombardamenti, nel lavoro quotidiano di costruire una società democratica e libera, spesso il nostro pensiero è andato a chi ha combattuto nella Resistenza, alla ricerca di una fonte di forza e coraggio, per fronteggiare il fascismo di oggi. I martiri della resistenza sono sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi, e lotteremo sempre perché i loro valori non siano mai sconfitti.”
-Marciavamo con l’anima in spalla nelle tenebre lassù ma la lotta per la nostra libertà il cammino ci guiderà.-
Buon 25 Aprile a TUTTƏ!!!
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