Giovedì 11 Dicembre attivisti e attiviste hanno fatto irruzione a Palazzo Graziani, sede della Fondazione Cassa di Risparmio, bloccando un convegno organizzato dall’Università degli Studi di Perugia su temi dell’Expo 2015.
Di seguito il comunicato.
L’Università degli Studi di Perugia ha elaborato “Umbria. Dalla coltura alla cultura alimentare”, un ampio programma di iniziative sui temi di Expo 2015, con “l’INTENTO DI CONTRIBUIRE ALL’APPROFONDIMENTO E ALLA DIVULGAZIONE DEI TEMI DELL’ESPOSIZIONE…per accrescere una conoscenza diffusa su argomenti che riguardano la vita e il benessere di TUTTI”.
Siamo d’accordo su una sola cosa: far sapere a tutte e a tutti cos’è realmente Expo 2015 e per quali motivi l’Università di Perugia ha così tanto interesse nello sponsorizzare e addirittura promuovere i grandi eventi.
Partiamo dalle considerazioni fatte dagli/lle studenti/esse milanesi che per primi stanno vivendo sulla loro pelle la messa in opera della macchina speculativa.
Expo 2015 sarà solo CEMENTO, DEBITO E PRECARIETA’!
“Infatti esso rappresenta l’occasione per speculatori e potenti di poter calare dall’alto sulla città mostri di cemento e cristallo senza che nessuno si insospettisca sulla loro utilità o si chieda quanto costino o ancora se per costruirle vengono rispettati i diritti dei lavoratori”.
Come per tutti i grandi eventi, non è un segreto che la loro realizzazione tolga effettivamente risorse economiche a settori e politiche sociale, solo qualche esempio, le politiche abitative, l’istruzione, la cultura e il trasporto pubblico.
E’ l’ennesima e già annunciata dimostrazione di come il sistema politico nazionale e le relative manovre di governo, siano da anni sempre più impregnati di malaffare, mafia e corruzione, e questi giorni ne sono quanto mai la prova.
Ci chiediamo se l’Università di Perugia abbia preso in considerazione i veri TEMI INTORNO AI QUALI RUOTA L’ESPOSIZIONE. Ci chiediamo se il fantomatico BENESSERE in questione sia solo per i SOLITI POCHI o sia realmente DI TUTTI. O forse tutto questo andrà a vantaggio dei 36000 volontari/e su 70000 lavoratori e lavoratrici necessari al grande evento abbindolati dalla promessa che un giorno, forse, tutto questo farà curriculum.
E pensare che queste sono le condizioni accordate dai sindacati cgilcisluil ed Expo 2015 creando di fatti un pericoloso precedente di contrapposizione tra diritti e lavoro.
A tutto ciò va aggiunto la massiccia campagna di DISinformazione portata avanti sui temi dell’alimentazione.
Noi contestiamo tutto ciò perché dietro lo slogan vuoto “nutrire il pianeta” si confermano quelle politiche agroalimentari che negano accesso al cibo e all’acqua, impongono modelli alimentari utili solo alle multinazionali, tra i primi sponsor dei sei mesi dell’evento Expo 2015.
Non possiamo tollerare il fatto che un’istituzione pubblica, come dovrebbe essere l’Università, si renda promotrice e complice di un simile scempio sociale, non preoccupandosi minimamente di creare invece un’alternativa culturale (obbiettivo primario del mondo della formazione).
In linea con le politiche nazionali, il JobsAct e lo Sblocca Italia, si spiana la strada a Grandi Opere e Grandi Eventi, producendo in cambio devastazioni ambientali e sfruttamento, favorendo la longevità di associazioni mafiose e massoniche.
Vogliamo riportare al centro dell’attenzione anche la più vicina situazione territoriale dove, sempre l’Università di Perugia, sponsorizza ed esalta un altro grande evento, l’Eurochocolate che riproduce i classici meccanismi dello sfruttamento legittimato, pagando 4 euro l’ora e promettendo, un giorno, qualche vantaggio lavorativo.
Il lavoro SI PAGA in qualsiasi sua forma e non con crediti o promesse!
Una situazione territoriale che parla anche di svendita del patrimonio pubblico e sgomberi di spazi sociali, di privatizzazione del sistema di trasporto e di operai in agitazione nelle fabbriche.
Riguardo il tema di oggi “ Colture e culture ”, volevamo sostenere pubblicamente la causa del Comitato Caicocci Terra Sociale colpito dalle denunce della Regione Umbria per essersi preoccupato della cura di un bene comune. Mentre qui si parla di come arricchire e legittimare lo scempio delle multinazionali c’è chi dovrà sostenere un processo per aver coltivato e valorizzato una terra da anni lasciata nel più completo degrado.
Ci aspettiamo una presa di posizione chiara da parte dell’Università in merito alla questione di Expo2015. Sarà netta la nostra opposizione rispetto a tutte le iniziative che dentro e fuori l’università si svolgeranno.
#NOExpo2015
#laCITTAchevogliAMO