L’economia capitalista globale delle multinazionali ha puntato il proprio sguardo al territorio agricolo europeo ed italiano. Da Aprile è in corso una trattativa fra UE e USA, detta Transatlantic Trade and Investiment Partenership, tra i cui fini vi è quello di abolire i costi provenienti dai fattori burocratici che intervengono nello scambio commerciale fra i due partner. Apparentemente nulla di spaventoso. Abbattere i costi si rifletterebbe su un risparmio da parte dei Paesi coinvolti nello scambio. Ma di quali fattori burocratici si tratta? Il vero problema è che si vuole annullare quella serie di controlli riguardanti la sicurezza dal punto di vista salutistico degli alimenti. Cioè, per esempio, non ci sarebbe più nessun problema per l’introduzione in commercio di prodotti OGM, carni alimentate con steroidi, pollame al cloro, ecc… Il tutto reso legale da accordi che, se entrassero in porto, avrebbero maggiore importanza dei regolamenti nazionali relativi alla questione.
In Italia già si sentono i primi sintomi di questa malattia che minaccia il suo arrivo: in Friuli la nota azienda Monsanto ha acquistato dei terreni in cui si coltivano semi dal materiale genetico modificato, come denunciato da GreenPeace. Tante le polemiche ma chiaramente zero i provvedimenti.
Per fortuna c’è chi vuol fare qualcosa perchè vengano sottolineate le conseguenze negative che questi accordi porterebbero se venissero siglati nei termini in cui si presentano ora.
La rete nazionale di allevatori e contadini di Genuino Clandestino ha inserito questo tema all’interno di un incontro, quello del 16-17-18 Maggio a Roma, il quale toccherà una serie di numerosi punti importantissimo riguardanti l’agricoltura e il suo sfruttamento da parte del sistema capitalistico.
Genuino Clandestino lancia l’invito estendendolo a tutte le realtà che a livello nazionale si battono per la riconquista dei beni comuni contro l’avanzamento delle logiche capitaliste.
L’incontro sarà organizzato in tavoli tematici e gli argomenti che verranno discussi riguarderanno: la necessità di creare una sinergia tra movimenti contro le forme di assedio che la logica del profitto usa contro territori sia urbani che extraurbani; la ricerca di un metodo per far si che le pratiche di custodia sociale operate da Genuino Clandestino non sfocino in altro se non l’utilizzo sociale della terra e finalizzato alla autodeterminazione e alla sovranità alimentare; crescita dell’interesse da parte delle multinazionali per l’accaparramento dei terreni in Italia e diffusione di pratiche contro salutari come gli OGM; la trattiva per il Transatlantic Trade and Investiment Partenership; la problematica del caporalato e dello sfruttamento dei braccianti (migranti e non), sempre più diffusa da Nord a Sud; diverse questioni sull’allevamento. Forte connotazione all’incontro appare anche data dalla giusta critica nei confronti dell’EXPO 2015, come strumento di “propaganda” e affermazione di quel meccanismo commerciale, lontano dai reali bisogni della gente, fautore piuttosto di indebitamento, corruzione e insostenibilità (economica ed ambientale).
Un validissimo esempio di opposizione dal basso contro il sistema capitalista nella gestione delle terre è presente anche qui in Umbria. Si tratta della pratica portata avanti dal comitato Caicocci Terra Sociale. Coinvolti direttamente nella lotta alle privatizzazioni dei beni comuni, i membri del comitato hanno lanciato un presidio, previsto per il 20 Maggio, in Piazza Italia, a Perugia. La sede non è casuale, pochè là di fronte vi è la sede della Regione Umbria, attuale proprietaria del terreno preso in “custodia sociale” dal comitato. E alla Regione il presidio chiederà che venga abbandonato il piano di vendita di Caicocci e che venga riconosciuto il suo effettivo valore che può dimostrare come bene comune.
Comunicato Stampa: Presidio davanti alla Regione Umbria contro vendita Caicocci
<<Il governo Renzi per sua stessa ammissione intende – scrive il comitato – “aggredire il patrimonio pubblico “, la Regione Umbria già lo fa, ignorando qualunque forma di dissenso, qualunque alternativa. In tutto il territorio è in atto una corsa scellerata alla vendita di terre, coste, isole, aziende strategiche, e ogni sorta di bene comune, in un disegno che somiglia sempre più a un atto di pirateria che a un intervento governativo volto a risanare un paese. Il comitato “Caicocci terra sociale” continua la sua battaglia per difendere la struttura dalla vendita e dall’incuria pianificata. Per chiedere che Caicocci venga tolta dal piano di alienazione regionale, Perchè rientri nel banco della terra. Perchè Caicocci resti un bene comune e venga destinato ad uso sociale.>>
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http://genuinoclandestino.noblogs.org/post/2014/03/30/invito-movimenti/
L.F.