2 – La locanda alla fine dei mondi
Se la Bonelli Editore decide di dare una boccata d’aria fresca alla casa editrice vuol dire che a) se ne sentiva la necessità b) ci sono i mezzi e le idee tipiche della major italiana nel campo del fumetto.
Orfani non è una scommessa editoriale, non può esserlo per pochi semplici motivi.
Innanzi tutto è la prima serie regolare interamente a colori; ed era da molto che lo si attendeva.
In secondo luogo i nomi che ruotano intorno alla direzione di Orfani, Roberto Recchioni e Emiliano Mammuccari. Il primo inizia quest’avventura fresco fresco di incarico di curatore niente meno che di Dilan Dog (e no non è un lavoretto semplice) per non citare poi le sue esperienze e la sua rilevanza nel panorama fumettistico italiano (quant’è bello “la redenzione del samurai” del ciclo “Le storie” altra collana storica della Bonelli?!).
Il secondo, che cura la parte grafica, ha un background sicuramente più ristretto (lo ricordo principalmente per le copertine di un altro classico Bonelli “Napoleone”, abbastanza lontano dalla mia generazione ma da sempre presente sugli scaffali di casa).
Le premesse per creare un lavoro di alti livelli perciò ci sono tutte. Orfani però non è un progetto come gli altri. Magari non rappresenterà un punto di svolta ma ha sicuramente delle caratteristiche interessanti e innovative.
Innanzi tutto il colore (ma va?!). E’ lo stesso Recchioni a spiegare, in una ormai datata intervista sulla rivista XL, che il colore in Orfani rappresenta molto più che un semplice riempimento di tavole; questo infatti si muove a seconda delle situazioni e degli stati d’animo dei protagonisti con prevalenza di rosso (agitazione, battaglie) e blu (paesaggi aperti e momentanea tranquillità) che assumono inoltre una tonalità quasi “cartacea” (non chiedetemi di spiegarvi che intendo ma se vi capiterà tra le mani mi capirete).
Altra caratteristica fondamentale è la storia. Orfani è stato pensato come una serie articolata in tre cicli da 12 volumi (non la chiamerei miniserie però) cosa che consente una maggiore fluidità della storia, ergo maggiori colpi di scena e un passo più spedito. Per fare una brevissima sintesi il fulcro attorno al quale ruota il fumetto è la devastazione della terra ad opera di un attacco extraterrestre che ha lasciato in vita, tra pochi altri, un gruppo di orfani che fin da subito viene addestrato come il corpo d’elite dell’esercito grazie al loro affiatamento e alla spinta emotiva personale. Ma la storia prende una piega totalmente diversa col passare del tempo dando continui impulsi e riducendo al minimo il pericolo di rimanere incastrati in una trama “sempliciotta”.
Ad onor del vero però in giro si avvertono anche sentimenti opposti. In particolare si recriminano dei volumi troppo vuoti; e questo effettivamente è un punto debole della serie. Troppo spesso immagini di passaggio occupano intere pagine lasciando ai dialoghi uno spazio forse troppo limitato. Inoltre la somiglianza di elementi scenici come equipaggiamenti, armi ecc, con noti videogame come Halo (ed effettivamente non si può dire il contrario).
In ogni caso siamo tutti consapevoli che Orfani non rappresenterà una rivoluzione in casa Bonelli, ma la volontà di (r)innovare c’è; di sicuro le sorprese non finiranno qui.