Sai cos’è la RU486?
No, non è una targa, né un codice da crittografare. È il nome di un farmaco abortivo che permette di effettuare una interruzione di gravidanza senza ricorrere all’intervento chirurgico, quindi la classica I.V.G. di cui abbiamo parlato in precedenza.
La RU486 è stata introdotta in Italia, con molte polemiche, nel 2010, esattamente 22 anni dopo la sua commercializzazione in Francia. Ad oggi sono moltissimi i Paesi che utilizzano la RU486, e già da diversi anni. Per citarne solo alcuni: Gran Bretagna, Svezia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Israele, Norvegia, Tunisia, Sudafrica, Nuova Zelanda.
Ma cos’è?
È un farmaco a base di mifepristone, farmaco in grado di interrompere la gravidanza già iniziata con l’attecchimento dell’ovulo fecondato. Il farmaco inibisce lo sviluppo embrionale e causa il distaccamento dalla mucosa uterina, con un meccanismo molto simile a quello che avviene durante la mestruazione.
L’aborto tramite RU486 si avvicina molto a quello che si verifica durante l’aborto spontaneo.
ATTENZIONE: non confondere la RU486 con la pillola del giorno dopo.
Come fare per assumere la RU486?
Se hai avuto un rapporto a rischio, o hai un ritardo, devi effettuare subito il test di gravidanza. Devi effettuare il test del sangue perché è l’unico che ti dice a quando ha avuto inizio la gravidanza. Con il test del sangue ti rivolgi al consultorio più vicino e la ginecologa ti consiglierà sul da farsi.
Il passo successivo è l’ecografia. Questa ti dice a quale settimana di gravidanza sei e le dimensioni del feto.
La RU486 viene prescritta per interruzioni di gravidanza che non hanno superato le 7 settimane.
ATTENZIONE: in Umbria non tutti gli ospedali hanno adottato l’utilizzo di questo farmaco. Per il momento solo l’ospedale di Narni e di Orvieto permettono la somministrazione della RU486.
Il passo successivo è telefonare all’ospedale (nel nostro caso o Narni o Orvieto) e prendere un appuntamento per una visita. Questa serve per visionare tutta la documentazione e decidere il giorno in cui avverrà la somministrazione.
Il giorno prestabilito ti rechi in ospedale e, dopo l’accettazione, ti vengono somministrate 3 pillole (RU486).
A questo punto puoi decidere se restare ricoverata in ospedale per 3 giorni, oppure tornare a casa firmando il foglio delle dimissioni. Infatti molti ospedali hanno approvato la somministrazione della pillola in regime di day-hospital.
Nei 3 giorni successivi alla somministrazione avrai delle piccole perdite.
Dopo 3 giorni devi tornare in ospedale perché ti verrà somministrato un secondo farmaco che provoca contrazioni uterine, molto simile a quelle dei classici dolori mestruali. Dopo circa 3 ore avverrà l’espulsione del feto. Te ne accorgerai dalle perdite di sangue.
Le perdite di sangue continueranno anche nei giorni successivi, ma è normale.
In questi giorni dovrai assumere un farmaco che serve alla completa pulizia dell’utero.
Dopo 15 giorni devi tornare in ospedale per una visita di controllo e un’ecografia che stabilisce che l’interruzione di gravidanza è andata a buon fine.
Come vedi il percorso è un po’ lungo, ma non è per niente invasivo e la sua efficacia si aggira tra il 93 e il 99 % dei casi.
Dopo aver effettuato l’aborto ti consigliamo di parlare con la ginecologa e decidere insieme un contraccettivo che faccia al caso tuo!
E’ arrivata l’estate e dopo una attesa lunga quattro anni i mondiali di calcio, attesa vana se qualcuno sperava di gioire grazie a italiche giocate e imprese pallonare. Il periodo estivo però è portatore di molti altri sport diversi tra di loro, alcuni anche senza palla pensate un pò, ma non per questo meno interessanti e, a mio avviso, meno coinvolgenti.
Se è vero, come diceva De Coubertin, che il professionismo è necessario per indurre la persone all’attività amatoriale non lo so, però posso fare una mia divisione tra sport che guardo in tv e non pratico, sport che guardo in tv e pratico e sport che pratico solamente.
Sport che guardo solo in tv
Pallavolo: per ovvi motivi non posso giocare da solo e poi devo dire che lo avevo abbandonato da un po’, la passione è rinata con la Sir Safety Perugia arrivata in finale scudetto, ma non fino al punto di farmi ricominciare a giocare.
Ciclismo: nonostante facciano di tutto per farmi passare la voglia, con il doping e tutto il contorno, quando arriva giugno con il giro d’Italia mi incollo alla tv fino alla fine e lo stesso vale per il tour de France. Per quel che riguarda il doping sono anche dilaniato tra la voglia di una squalifica a vita dettata dalla rabbia dell’appassionato tradito e la volontà di offrire una seconda chance a tutti in nome di una pena riabilitativa, dramma interiore!
Sport che guardo in tv e che pratico
Calcio: non nascondiamoci dietro ad un dito mi piace il calcio e lo pratico, anche se nella versione ridotta del calcio a 5.
Tennis: sportivamente sono nato con questo sport, tra le mitiche telecronache di Tommasi e Clerici, iniziare a giocare nel campetto sotto casa era uno sbocco inevitabile. Ovviamente “ragioniere che fa… batti?”.
Rugby: nonostante le nuove regole non mi piacciano, dopo aver giocato cinque anni a questo sport non resto indifferente quando lo passano in tv. Curiosità sui praticanti e sugli spettatori, in Francia dicono “nel rugby c’è chi suona il piano e chi lo sposta” in Inghilterra dicono “il calcio è giocato dai ricchi e visto dai poveri, il rugby è giocato dai poveri e visto dai ricchi”.
Football americano: si avete capito bene quel gioco con i caschi e le protezione dove si picchiano senza senso, ovviamente un senso c’è e a me piace tantissimo, da settembre si inizia!!!!!
Sport che pratico solamente
Basket: scusatemi ma proprio non ce la faccio a guardarlo, né il campionato italiano né la NBA, è più forte di me. Però lo pratico e anche con discreto successo nonostante l’età! Vero!!! Chi deve capire capisca.
Biliardino: finisco con lo sport in cui sono campione, che dire in televiosione non lo passano mai e se lo facessero non lo guarderei, ma ci sono stati anni in cui mi sarei meritato “La pallina d’oro” se ci fosse stata, del resto “non c’è nessun disonore nel perdere col più forte”.
Il Presidente
No, non sono impazzito di botto, il titolo è giusto e ora vi spiego tutto.
Il nome Lautoradio, rigorosamente senza apostrofo, è venuto fuori durante un folle brainstorming, dove volevamo trovare per forza un nome che contenesse la parola radio e che fosse figo. Ci siamo ampiamente riusciti. Se non mi ricordo male non c’è voluto nemmeno tanto, ma la cosa da sottolineare è il processo collettivo da cui è scaturito il nome, cinque minuti folli di nomi a raffica e alla fine il colpo di genio.
La transmedialità è una modalità d’azione che ci ha guidati fin dal primo momento e si riferisce alla possibilità di utilizzare diversi media utilizzando lo stesso strumento, nel nostro caso un blog che è anche radio e in futuro anche altro, si spera. Non la farò lunga, anzi niente pipponi, ma una piccola premessa andava fatta, come diceva qualcuno “semplificare non banalizzare”.
Quindi la transmedialità non è né una parolaccia, né un offesa, né un termine di cui ridere sguaiatamente perché contiene il prefisso “trans”, quest’ultima cosa è capitata già e penso che succederà anche in futuro. Anzi proprio questo è il tema centrale e cioè l’attraversare, l’andare verso, in questo caso il passare da un media ad un altro, perché il tema centrale è proprio questo: non fare solo una radio, ma utilizzare i vari media a seconda delle necessità e delle capacità di ognuno.
In tutto questo vi starete domandando cosa c’entra Miguel Bosé? Calmi, calmi ora vi accontento.
Appena venuto fuori il nome siamo andati a controllare se esistesse già un blog con questo nome o qualcosa di simile, per nostra fortuna nessuno aveva ancora avuto l’intuizione geniale che avevamo avuto noi, ma abbiamo comunque fatto un scoperta sconcertante: il primo risultato della ricerca era la canzone di Bosé “L’autoradio”, con l’apostrofo. Tutti a dire “come faremo?”, “la gente si sbaglierà” ma alla fine abbiamo deciso: un nome così geniale non poteva essere abbandonato per un simile figuro, e di sicuro lo avremmo spodestato.
Dopo sei mesi possiamo dire che le scommesse del titolo sono pienamente vinte: “Lautoradio” è un blog attivo e seguito che a breve diverrà anche web radio, la transmedialità non è rimasta lettera morta. E per quel che riguarda Miguel, digitate su Google Lautoradio …
Il presidente.
P.S. Il mio pezzo preferito di Miguel è “Si tu non vuelves” in duetto con Shakira, il vostro?