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Ultimi articoli, rubriche e approfondimenti.

10 Giugno 2014

LAUTORADIO FEST Alt(r)e Frequenze

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LAUTORADIO FESTNel corso degli ultimi mesi, diverse realtà associative e singolarità che operano nella città di Perugia, si sono incontrate e riunite con la volontà di intraprendere un percorso comune che si è concretizzato nella realizzazione di uno spazio di confronto e discussione allargato che ci ha portati alla nascita del progetto LAUTORADIO.
LAUTORADIO nasce come aggregatore di blog con l’obiettivo di realizzare anche una web radio.
L’idea è nata dall’importanza che oggi ha la messa in rete e la socializzazione delle conoscenze, delle esperienze, dei saperi, valorizzando la pluralità e la molteplicità dei contributi che i singoli soggetti che prendono parte al progetto offrono.
Per questo vi aspettiamo numeros@ per LAUTORADIO FEST:
– ore 16:00 Presentazione de Lautoradio
– ore 17:00 Workshop (gestione di un blog, produzioni transmediali, formazione sulle dirette streaming)
– ore 18:00 Lautoradio on Air (Spazio radio con interviste e musica).

Visita il blog:  http://lautoradio.com/

Con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e politiche sociali del Comune di Perugia – Servizio Informagiovani e politiche Giovanili.

5 Giugno 2014

PERUGIA 05.06.14 – DIRITTO ALLA MOBILITA’ VERSO L’11 LUGLIO

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Questa mattina attiviste e attivisti della campagna cittadina “Abbiamo già pagato” hanno costruito un’altra giornata di iniziative per il diritto alla mobilità, per reclamare quindi il diritto di tutte e tutti a muoversi liberamente in città, senza barriere di ordine economico rappresentate dai costi già altissimi dei trasporti.

Il concentramento, in zona Stazione Centrale, si è poi spostato davanti al Tribunale di Perugia dove è stato esposto uno striscione contro l’operazione giudiziaria a Torino (111 indagati, 30 misure cautelari di cui 11 in carcere), e gli sgomberi e gli sfratti degli ultimi giorni.

L’iniziativa sul diritto alla mobilità è parte di un percorso comune che ci vedrà presenti e protagonisti anche l’11 Luglio a Torino, alla contestazione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.

La questione occupazionale, di cui la BCE e i governi europei intendono parlare, varrà come formalizzazione definitiva del lavoro in lavoro precario, perlopiù gratuito (tirocini, stage e ricorso a lavoro volontario) e continuamente sotto ricatto.

Contro la precarizzazione delle nostre vite, il ricatto del mercato del lavoro e chi crede di fermare i movimenti con arresti, sgomberi e sfratti, noi continuiamo a reclamare casa, reddito e diritti per tutte e tutti.

Domenica 8 giugno ore 17,30 Assemblea Pubblica al c.s.o.a. Ex Mattatoio

 #AbbiamogiàPagato

#civediamolundici

4 Giugno 2014

Il cerchio e le botte

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Potrei parlare di molte cose, del terribile grano saraceno che viene a rubare il lavoro al nostro italico grano, delle convocazioni di Prandelli per i mondiali di calcio, dei mondiali stessi, ma dato che gli argomenti appena elencati hanno tutti più contro che pro e, che la tematica mondiale merita una lunga riflessione, non sapevo cosa scegliere quando acceso il computer e all’improvviso leggo la notizia della giornata: arresti.
La cosa che stupisce è che gli arrestati non sono i soliti antagonisti o giovani dei centri sociali, ma esponenti locali dei due grandi partiti italiani: Pd e Pdl.
Cosa sta succedendo? La legge è uguale per tutti? Un colpo al cerchio e uno alla botte e viva la magistratura? Andiamo per ordine e non facciamoci prendere dal panico.
Primo: non si possono minimamente paragonare gli arresti di oggi con quelli operati in questi giorni ai danni di molti esponenti dei movimenti per il diritto alla casa, semplicemente perché quest’ultimi non hanno commesso reati! Non ci sarebbe da aggiungere altro, ma procediamo comunque.
Secondo: non mi sembra, ma posso benissimo sbagliare, che i due gruppi abbiano avuto lo stesso trattamento dai media e dai loro colleghi politici. Tutto un “si presume”, tutti a sottolineare che si tratta solo di indagini, niente di definitivo, mentre i diretti interessati pronti a dire che “spiegheranno tutto” e che è solo una incomprensione. Inutile sottolineare, come in altri casi gli imputati vengono già trattati come colpevoli e chiunque si schieri al loro fianco un agitatore.
Terzo: mentre tutti si affannano a trovare scuse, nessuno mette in dubbio la reale utilità dell’opera e in generale del modello grandi opere, anche se sono in maniera inequivocabile portatrici di tangenti e corruzione, mentre per gli esponenti dei movimenti abbiamo solo progetti spezzati e carcere a volontà.
Non c’è nessuna volontà quindi di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, anche perché guarda caso il tutto avviene dopo le elezioni, ma tu guarda il caso eh! Chissà a quale logica rispondono questi arresti? Ma in fondo che cosa ce ne importa? Non è mai stata la magistratura la soluzione ai nostri problemi e non lo sarà mai.
Scusate, non volevo fare un articolo lamentoso ma alla fine è uscito così. La rabbia è tanta e l’ironia poca, prometto che dalla prossima ritorna l’ilarità ma oggi propio no. Per il resto #civediamolundici.

Il presidente

31 Maggio 2014

Saturday bloody Saturday

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Qualcuno diceva che la vita fosse un pendolo che oscilla tra dolore e noia, il che in assoluto non si potrebbe considerare pienamente sbagliato, se solo non fosse che dio decise di creare il quinto giorno, il venerdì.

Le possibilità a questo punto sono due: di sicuro un dio più o meno serio alla Leonard Cohen, si sarebbe pentito periodicamente del suo errore, d’altra parte una visione più dilanyana, in Shelter from the storm,per intenderci, ci porta a credere che effettivamente possa essere un pò piacevole per lui il rendersi conto della maliziosità e della goliardia, che ogni venerdì colora le strade e i saloni delle case nelle viuzze più impensabili, con impianti improvvisati e voli pindarici musicali, che portano al passaggio da maria di Blondie a Rino Gaetano in meno di due passaggi; un buon modo per convincere i presenti che forse, un altro goccio di qualsiasi cosa ci sia sul tavolo, fosse anche gin liscio, forse potrebbe essere d’aiuto.

Sebbene la seconda teoria risulterebbe vagamente migliore per tutti in quanto legittimante la nostra natura di bestie da Campari, ma mai senza gin, in realtà, la prima teoria ha dalla sua un asso nella manica, la punizione divina alla nostra settimanale restaurazione dei sensi, il sabato pomeriggio.

ho sempre pensato che la domenica pomeriggio fosse il rasoio di Ockham delle parti più propositive dell’essere umano, ma non posso negare che trovarsi alle 16:59 ad aver ascoltato in loop per almeno 4 volte John and Mary di Robert Palmer, sia patologico già di per sè.

ti svegli, è già questo non va bene, hai mal di testa, bruciore di stomaco devastante e un dolore al ginocchio che ogni maledetto sabato mattina ti chiedi a cosa cazzo sia dovuto, ti alzi e inizi a vagare spaesato per casa, sigaretta, silenzio, sigaretta, qualcosa da mangiare, caffè e sigaretta; e da lì in poi è buio.

il sabato si divide in due parti, quella iniziale, in cui cerchi di approfittare dell’assist dell’abbiocco post pranzo, ma non riesci ad avere il coraggio di andare a letto, in fin dei conti ti sei alzato non più di un’ora prima, hai mille cose da fare e sai già che alla fine non ne farai nessuna, ma ti va bene così, e anche tu ti abbandoni ai voli pindarici di cui sopra, passi da Johnny Cash ai Gun Club e dai Blue Oyster Cult ai Talking Heads e non ti chiedi neanche come, perché in realtà sticazzi.

dopo di che iniziano ad arrivare le 19:00 e con loro la seconda parte della giornata: inizia a presentartisi la parvenza di una serata dignitosa, certo non come quella del giorno prima, ma una che comunque ti possa strappare dalla grinfie di quella non proprio allegria che ti aveva mangiucchiato lentamente durante tutto il resto della giornata.

è questo il momento migliore della giornata, immaginatevi un ventenne che sta seduto in cucina in pigiama con Temptation 87 dei New Order, di quando la musica da disco non era banale e alla fine del pezzo non per forza ci si trovava a riderci su, che sale pian piano dalle casse di un impiantino del cazzo della Logitech, che comunque sa fare bene il suo dovere, ti guardi intorno c’è ancora un filo di luce che entra dalla finestra, debole, come te in fondo dopo tutta la giornata di merda che hai passato, ti vesti più o meno di fretta, passando subito a Blue monday e, anche se non sai per cosa, sei pronto.

qualcuno diceva che il sabato ti rattrista perchè sai che il giorno dopo è domenica e quello dopo ancora è lunedì e così via, mentre il venerdì, bè quella è tutta un’altra storia, hai ancora un giorno prima di doverti preoccupare. la domenica è triste perchè il giorno dopo è lunedì, il sabato è triste perchè sai di non poterlo paragonare al giorno prima; è solo allora che capisci che il sabato in realtà è stato creato solo per smaltire alcol, sigarette, buoni propositi, altre sigarette e forse me ne sarei potuto innamorare, ma solo qualche anno fa della sera prima.

cohen-copia


30 Maggio 2014

Una riflessione sull’EXPO 2015, vetrina di un vizio diffuso

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expo

Fra meno di un anno assisteremo all’apertura dei cancelli dell’esposizione universale di Milano, EXPO 2015, un melting pot delle maggiori aziende attive a livello globale. In Italia verrà ospitata la massima espressione dell’economia industriale, che poco o per niente lascia spazio alle piccole aziende e artigiani. Per non parlare della totale noncuranza da parte della fiera nei confronti delle tante critiche avanzate da soggetti che portano avanti paratiche di economia solidale, GAS, coltivatori di prodotti biologici, attivi nello stesso territorio milanese. 

Quali sono dunque i punti critici dell’EXPO?

Uno è evidentemente lo stravolgimento di un’area verde (si parla di quasi 100 ettari), per la progettazione e il finanziamento, a spese pubbliche, della piattaforma e delle strutture che ospiteranno la fiera. Si tratta inoltre di opere di cui una metà non potranno mai essere realizzate in tempo. Le strutture che invece verranno realizzate recheranno, se possibile, ancora più danno, visto che renderanno per sempre improduttiva una grande zona agricola. E’ qui che diventa palese la volontà di speculare su potenziali risorse economiche utili alla collettività a beneficio di introiti per le aziende costruttrici coinvolte nelle realizzazione dell’evento. Come si può quindi pensare che l’EXPO possa raggiungere quegli “obiettivi di crescita economica, ma anche di rafforzamento del dialogo interculturale e di responsabilità sociale nei confronti di paesi colpiti dal dramma della fame e della povertà” inneggiati dall’ex sindaco di Milano Moratti nel 2009?

Un altro punto riguarda le infrastrutture da costruire, che nel piano risultano annesse all’EXPO: la Tangenziale Est esterna di Milano e la “direttissima” Brescia-Bergamo-Milano, che sarebbero dovute essere concluse entro Dicembre 2013. Queste andranno ad occupare  1.090 ettari di suolo agricolo e solo 258 di suolo già urbanizzato. Del suolo agricolo, 220 ettari fanno parte della provincia di Monza-Brianza, andando a nuocere ad un’area già iper antropologizzata (solo il 45% del suolo non è cementificato, la percentuale più bassa in Italia).

Davanti a questo disastro ambientale, le inchieste aperte dalla procura e poi anche dalla Corte dei Conti nei confronti dei dirigenti responsabili alla realizzazione degli impianti passano relativamente in secondo piano. Lo stesso Renzi ha dichiarato che l’obbiettivo sarà di “fermare i ladri non le opere”, ignorando quindi il problema di fondo per concentrarsi soltanto sulla punta dell’iceberg, che comunque rappresenta già di per sè un fatto grave.

La domanda che verrebbe ora da porsi è dove questi signori possano trovare il coraggio di affibbiare all’EXPO un valore di crescita economica esemplare per il resto del mondo? E’ piuttosto evidente la contraddizione nell’affermare di voler superare la crisi attraverso la speculazione selvaggia di fondi pubblici. Come possono continuare a usare il vuoto slogan “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita“, senza che vi siano le basi per parlare concretramente e senza ipocrisia di rivalutazione dell’agricoltura come bene comune, della salvaguardia della biodiversità agroalimentare (vedi il caso degli OGM Monsanto in Friuli), di un‘economia solidale, che non punti al mero profitto personale?

L.F.

 

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