Notti magiche ovvero tutto molto bello
Finalmente posso parlare di calcio, dopo argomenti di stringente attualità ma che suscitavano in me scarso interesse, ora finalmente un articolo che coniuga entrambe le cose: i mondiali di calcio.
Inizio il tutto raccontando una storia, ovviamente vera ma per correttezza senza nomi, riguardante il rapporto tra calcio e movimenti.
Era un freddo pomeriggio di gennaio e avevamo un’assemblea con i migranti per organizzare la manifestazione del 1° Marzo 2010, lo sciopero dei migranti. Avendo scelto un giorno non proprio felice, una domenica in quanto gli altri giorni non era stato possibile vedersi, i partecipanti decidono di prendersela molto comoda e l’assemblea inizia con più di un’ora di ritardo. Appena ci sediamo ecco che due signori egiziani con molta educazione chiedono scusa e se ne vanno a causa di non precisati impegni. Lì per lì non notiamo niente di strano e ci salutiamo e, visto anche il ritardo con il quale l’assemblea è iniziata, non pensiamo ad una scusa o ad altro.
Dopo la grande manifestazione, quasi mille persone e interamente migranti, un vero successo per Perugia, siamo tutti felici e dato che ormai ci conoscevamo da un po’ di tempo decidiamo di fare alcune domande su quella fuga all’assemblea, poiché nel frattempo avevamo un’idea circa i misteriosi impegni. Domandiamo quindi: “Vi ricordate l’assemblea di domenica 31 quando siete andati via prima che iniziasse?” Rispondono: “si” e noi, da veri inquisitori, aggiungiamo: “Siete andati a vedere la finale di Coppa d’Africa vero?”. “Certo” fu la risposta senza tentennamenti e il tutto, infine, si sciolse in una grandissima risata collettiva.
Questo racconto è necessario per far capire la differenza che esiste tra lo sport inteso come “gioco” e sport come “grande evento”, la stessa differenza tra uno sport bene comune e moltitudinario e il capitalismo finanziario che si basa sulla rendita e sui grandi eventi, con i costi a carico della collettività e i guadagni che fruttano nelle tasche dei soliti noti.
Non è una posizione di comodo dire no alla FIFA, ma vogliamo vedere i mondiali, penso che saremo tutti contenti se le lotte in Brasile aumentassero e raggiungesseo il loro obiettivo, e se allo stesso momento vedessimo in tv del buon calcio. Tra l’altro in Italia come in Europa ultimamente molte sono quelle realtà che partendo dallo sport stanno facendo politica creando: polisportive, palestre popolari e anche squadre di calcio antirazziste.
Finalmente ci stiamo riappropriando anche dello sport e come direbbe il mitico Bruno Pizzul “Tutto molto bello”.
Il Presidente