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12 Settembre 2014

Il nome della madre

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Argentina, transessuale, prostituta. Per tanti anni irregolare in Italia, con espulsione prefettizia alle spalle.

Spagna: unione civile registrata con cittadino spagnolo.

Diviene partner di cittadino comunitario. Ottiene dal governo spagnolo un permesso di soggiorno.

Libera circolazione e torna per qualche tempo in Italia.

Passaporto argentino. C’è una bella legge in Argentina (qui ce la sogneremmo): e’ possibile cambiare il proprio nome in un nome femminile (o maschile) anche se il cambiamento di sesso non è completo.

Cambia il proprio nome. Un nome da donna sul passaporto, adesso. Il nome che le appartiene, che sente proprio. Il nome autentico.

Passaporto argentino con un nome da donna. Ma permesso di soggiorno spagnolo col nome da uomo.

Problemi legali, ma per me facilmente risolvibili.

“Ho voluto cambiare il nome sul passaporto e prendere il nome di mia madre. Sono molto legata a mia madre” – mi dice.

Domando: “Se non facessi questo lavoro di adesso, cosa vorresti fare? Cioè, anche io, che faccio il mio lavoro, vorrei farne uno diverso. Tu cosa vorresti fare?”

Risponde: “Mi piacerebbe aprire un mio centro di bellezza. Per noi è difficile trovare un lavoro. Per esempio, nessuno ci vorrebbe come cameriere in un ristorante. E’ tutto più difficile”.

Progetti. Desideri. Forse solo sogni. Ma è bello averli. Anche solamente averli.

“Ho voluto cambiare il nome sul passaporto e prendere il nome di mia madre” – mi ha detto.

Ho pensato: amore verso la madre. E’ questa la vera famiglia.

Se c’è amore, c’è una famiglia.

Il resto sono chiacchiere da bigotti baciapile.

25 Agosto 2014

La strada

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#5 – La locanda alla fine dei mondi

6 Agosto 2014

“Crossover!!!”

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Scusate ma devo proprio intervenire, dopo un articolo come quello su Perugia summer Comics, devo proprio dire la mia e per vari motivi.

Primo perché sembrava scritto proprio da me, quel giusto mix di ironia e passione che ormai è divenuto il mio stile, secondo perché il misterioso figuro che ha accompagnato l’autore non è altri che il vostro amato presidente e terzo perché mi ha fatto venire un ‘idea per un articolo, talmente geniale che ho dovuto scriverlo, anche se avevo deciso di andare in ferie fino a Settembre.

Vi state domandando quale è? Non state più nella pelle? La risposta è nel titolo: crossover!!!

Mi spiego: visto che per quanto riguarda i fumetti siamo quasi dei nerd, ho pensato: visto che lui ha fatto l’articolo ironico io faccio la recensione di un fumetto. Il caso ha voluto che nella serata in questione tra pesche e Sandman, per inciso trovato da me ma non voglio mica bearmi, io trovassi una copia di “V for Vendetta” da me molto ricercata dopo l’ennesima visione del film.

Quindi via con la recensione.

Prima di tutto se pensate di trovare affinità con il film siete proprio in errore, oltre al nome e all’idea di fondo il Graphic Novel non condividono molto altro, cosa che ha fatto arrabbiare lo scrittore Alan Moore il quale è arrivato a chiedere la cancellazione del suo nome dai crediti del film per i troppi stravolgimenti.

La storia, infatti, è quella di Eve, V e di una Inghilterra guidata da una dittatura fascista dopo un’ennesima guerra mondiale che ha visto la distruzione dell’Europa e dell’Africa, dove il controllo sociale ha raggiunto livelli inimmaginabili, giustificati con la necessità di mantenere la stabilità.

Gli autori, David Lloyd per quel che riguarda i disegni, disegnano quindi uno scenario distopico, che in sé non rappresenta una novità ma sono le motivazioni ad essere molto interessanti. Rileggendolo, si perché come dicono i francesi i classici si rileggono sempre e non si leggono mai, mi è rimasta impressa proprio questa domanda: cosa spinge la gente ad accettare tutto questo?

Non voglio dare una risposta e non voglio dirvi quale è quella degli autori, vi lascio con una citazione di Benjamin Franklin: “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza”.

Il Presidente

 

2 Agosto 2014

Perugia Comics Summer

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#4 – La locanda alla fine dei mondi

11 Luglio 2014

RU486

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Sai cos’è la RU486?

No, non è una targa, né un codice da crittografare. È il nome di un farmaco abortivo che permette di effettuare una interruzione di gravidanza senza ricorrere all’intervento chirurgico, quindi la classica I.V.G. di cui abbiamo parlato in precedenza.

La RU486 è stata introdotta in Italia, con molte polemiche, nel 2010, esattamente 22 anni dopo la sua commercializzazione in Francia. Ad oggi sono moltissimi i Paesi che utilizzano la RU486, e già da diversi anni. Per citarne solo alcuni: Gran Bretagna, Svezia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Israele, Norvegia, Tunisia, Sudafrica, Nuova Zelanda.

Ma cos’è?
È un farmaco a base di mifepristone, farmaco in grado di interrompere la gravidanza già iniziata con l’attecchimento dell’ovulo fecondato. Il farmaco inibisce lo sviluppo embrionale e causa il distaccamento dalla mucosa uterina, con un meccanismo molto simile a quello che avviene durante la mestruazione.
L’aborto tramite RU486 si avvicina molto a quello che si verifica durante l’aborto spontaneo.

ATTENZIONE: non confondere la RU486 con la pillola del giorno dopo.

Come fare per assumere la RU486?
Se hai avuto un rapporto a rischio, o hai un ritardo, devi effettuare subito il test di gravidanza. Devi effettuare il test del sangue perché è l’unico che ti dice a quando ha avuto inizio la gravidanza. Con il test del sangue ti rivolgi al consultorio più vicino e la ginecologa ti consiglierà sul da farsi.
Il passo successivo è l’ecografia. Questa ti dice a quale settimana di gravidanza sei e le dimensioni del feto.
La RU486 viene prescritta per interruzioni di gravidanza che non hanno superato le 7 settimane.

ATTENZIONE: in Umbria non tutti gli ospedali hanno adottato l’utilizzo di questo farmaco. Per il momento solo l’ospedale di Narni e di Orvieto permettono la somministrazione della RU486.

Il passo successivo è telefonare all’ospedale (nel nostro caso o Narni o Orvieto) e prendere un appuntamento per una visita. Questa serve per visionare tutta la documentazione e decidere il giorno in cui avverrà la somministrazione.
Il giorno prestabilito ti rechi in ospedale e, dopo l’accettazione, ti vengono somministrate 3 pillole (RU486).
A questo punto puoi decidere se restare ricoverata in ospedale per 3 giorni, oppure tornare a casa firmando il foglio delle dimissioni. Infatti molti ospedali hanno approvato la somministrazione della pillola in regime di day-hospital.
Nei 3 giorni successivi alla somministrazione avrai delle piccole perdite.
Dopo 3 giorni devi tornare in ospedale perché ti verrà somministrato un secondo farmaco che provoca contrazioni uterine, molto simile a quelle dei classici dolori mestruali. Dopo circa 3 ore avverrà l’espulsione del feto. Te ne accorgerai dalle perdite di sangue.
Le perdite di sangue continueranno anche nei giorni successivi, ma è normale.
In questi giorni dovrai assumere un farmaco che serve alla completa pulizia dell’utero.
Dopo 15 giorni devi tornare in ospedale per una visita di controllo e un’ecografia che stabilisce che l’interruzione di gravidanza è andata a buon fine.

Come vedi il percorso è un po’ lungo, ma non è per niente invasivo e la sua efficacia si aggira tra il 93 e il 99 % dei casi.

Dopo aver effettuato l’aborto ti consigliamo di parlare con la ginecologa e decidere insieme un contraccettivo che faccia al caso tuo!

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