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30 Ottobre 2014

Sorprese

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Alcuni giorni fa stavo guardando la televisione e dato che non c’era proprio niente di decente da vedere cedo e dico a me stesso “ok vediamo questo”, Il fatto terrificante è che era un film di Moccia, si si proprio un film diretto da lui e tratto ovviamente da un suo libro. Vi devo dire la verità mi è proprio piaciuto!!!!! Ovviamente è uno scherzo, non sono riuscito a vederlo nemmeno per cinque minuti, c’erano attori scadenti, la trama era ridicola e aveva un concetto dell’amore ancora più ridicolo.
Passati altri dieci minuti però è sorto di me un grande moto di orgoglio in quanto mi sono reso conto che con il passare degli anni alcune cose non cambiano e ero contento di non aver ceduto al mondo dei vari Moccia, Renzi e altri. Certo il test non era dei più difficili mi sono detto, subito dopo però sono successe altre cose che mi han fatto dire sempre “no! Non ci sto”.
Ci sono state le manifestazioni di Lega e Forza Nuova e mi sono detto “no! Non mi arrendo”, non mi arrendo ai razzisti e a chi vuole imporre politiche xenofobe e securitarie, ci sono state le sentinelle in piedi, a anche qui ho detto con forza no a chi vuole imporre omofobia e una visione clericale della società.
La cosa più bella però, e che mi ha dato forza per continuare, è stata vedere migliaia di persone scendere in piazza e lottare per i miei stessi ideali, vedere che non sono l’unico che non si è arreso. Vedere persone che nonostante tutto lottano per i propri ideali rivendicando diritti per sé e per gli altri.
Non so come andrà il futuro, se quello di Renzi sarà un ventennio o un decennio e gli effetti che avrà sull’Italia, per quel che riguarda Moccia nemmeno ma quel che ha già fatto può bastare, ciò che mi da fiducia per il futuro è avere persone accanto a me, che vivono con me e che lottano con me.
In una parola Compagni.

Il Presidente

22 Ottobre 2014

POSTumi | Ladri di Sport – dalla competizione alla resistenza

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ladridi SportLadridi SportladriwebLa costruzione dei Mondiali ’14 in Brasile è un’occasione per vedere le conseguenze che un “grande evento”, in questo caso sportivo, ha sulla comunità del Paese che lo ospita. Un’analisi chiara di queste dinamiche la troviamo all’interno del libro “Ladri di Sport. Dalla competizione alla resistenza” di Grozny e Valeri. Il libro è stato presentato lo scorso sabato al csoa ex Mattatoio, attraverso un incontro con uno degli autori, Ivan Grozny. Il colloquio è stato ricco di domande, chiarimenti  e spunti di riflessione riguardo il rapporto fra sport-business, esperienze di sport dal basso e il rapporto fra questi temi e la vita della comunità che li ospita, in Brasile e, più  in generale, nel mondo.
L’incontro è stato accompagnato dalle immagini del documentario “Fora da Copa“. Un viaggio fra le favelas e i quartieri di Rio per comprendere, anche in maniera visiva, il contesto in cui hanno agito e agiscono i cosiddetti “ladri di sport dall’alto“. Essi sono indicati come la causa per cui un grande evento, come i mondiali, influenza la vita del Paese che lo ospita, non solo nel breve periodo del suo svolgimento, ma anche, ci ricorda Grozny, in quel lungo lasso di tempo che inizia con al messa in moto dell’organizzazione e della distribuzione degli appalti e che si conclude solo quando il Paese ospitante riesce a recuperare le spese affrontate (per i mondiali di Italia ’90 i contribuenti stanno ancora pagando; e tanti auguri per expo ’15 a Milano!).
Ad opporsi a queste logiche, spiega Grozny, troviamo invece quei numerosi esempi di quelli che potremmo definire “ladri di sport dal basso“. Si tratta delle varie polisportive o palestre popolari e tutte le esperienze che riescono a valorizzare la pratica sportiva come forma di aggregazione sociale. In questo gruppo possiamo trovare le varie esperienze che promuovono dal basso l’antirazzismo, l’antisessismo, ecc… o, ancora, attività rivolte ad esempio, ai disabili e ad ogni categoria che tenda ad essere emarginata nella società.
Grozny ci fa inoltre notare come il ladro di sport, in fin dei conti, sia chiunque lo pratichi per pura passione. Questo perché molte delle principali discipline sportive, in contesti borghesi altolocati, accessibili solo ad una certa élite. Il fatto che tali sport non siano oggi esclusivi è già di per sé un “furto” che possiamo felicemente rivendicare e che possiamo usare contro i ladri di sport dall’alto.[/vc_column_text][vc_gallery type=”flexslider_fade” interval=”3″ images=”1177,1185,1176,1175,1174,1173,1172,1171,1170,1169″ onclick=”link_no” custom_links_target=”_self” img_size=”450×300″][/vc_column][/vc_row]

22 Ottobre 2014

Twittiamo sui muri

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Viviamo nell’epoca della comunicazione, dove la trasmissione di informazioni è diventata così importante da essere diventata un pilastro della nuova economia capitalista, ma siamo in grado di ascoltare cosa ci viene detto? Non mi riferisco solo al mero atto di ascoltare, ma alla capacità di comprendere ciò che ci viene detto, le sue implicazioni, le sue potenzialità. Mi rendo conto che non sono capacità alla portata di tutti, oggi, inoltre, ci si distrae molto facilmente tra telefoni, pubblicità e chi più ne ha più ne metta, ma mi permetto di dare alcuni consigli.
Il contesto: Fate sempre attenzione alla situazione in cui vi trovate. Se siete immersi in una chiacchierata tra amici e iniziate a sparare cazzate, non aspettatevi ragionamenti sui massimi sistemi, ma state attenti perché tra mille cazzate potreste invece trovare delle soluzioni geniali. Ad esempio poco tempo fa parlavo con amici e compagni e sono venute fuori due frasi semplici ma molto signigìficative per portare avanti le nostre lotte e sono “porci contro”, che essendo bellissima in se non ha bisogno di spiegazioni, e “twittiamo sui muri”, che richiama la necessità di essere presenti tanto nel web quanto nella città.
Le persone: Spesso e volentieri ci facciamo condizionare da chi abbiamo davanti, ascoltiamo in maniera interessata, superficiale oppure non lo facciamo per niente  a seconda del nostro interlocutore, invece dovremmo essere sempre attenti poi alla fine giudicheremo se il tutto era interessante o meno, insomma la gente ci può ancora stupire. Esempio? Sei anni fa al lavoro con i bambini delle elementari parlavamo di Babbo Natale, ad un certo punto mi si avvicina un bambino e mi dice “Maestro, ma Babbo Natale non esiste, come Gesù” io dopo una fase di iniziale stupore riuscì a dire solo un misero “Hai ragione ma non dirglielo”.
In altre parole: Ultimo consiglio e ovviamente il livello di difficoltà aumenta, dobbiamo cercare sempre di capire se ciò che ci viene detto è ciò che pensiamo noi ma con parole differenti. Spesso capita che stessi concetti vengano espressi con parole differenti, ma noi ottusi non attiviamo i neuroni se non sentiamo alcune paroline magiche! Per esempio nella manifestazione a Terni di venerdì scorso i fischi ai sindacati lo sapete cosa dicevano anche?
Que se vayan todos!” Capito!!!
Scusate ma era necessario.

Il Presidente

17 Ottobre 2014

FINO ALL’ULTIMO BULLONE | 17/10/1024 Sciopero Generale Terni

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tn5Questa mattina dai cancelli dell’Ast di Terni è partita una grande manifestazione che ha visto la partecipazione di più di 20.000 persone. Tutta la città di Terni ha sostenuto i lavoratori e le lavoratrici delle acciaierie, abbassando le saracinesche di tutti i negozi ed attività e scendendo in piazza al loro fianco. Numerosissimo lo spezzone degli studenti medi che, davvero insieme a tutta la piazza, al momento degli interventi sul palco da parte dei dirigenti dei maggiori sindacati italiani, ha dato vita ad una fortissima contestazione.

Il corteo di oggi, nonostante l’eterogeneità della sua composizione è riuscito a dimostrare, unito e determinato, il rifiuto a credere ancora a chi millanta sostegno, ma in realtà è complice di chi applica le direttive europee.

La mobilitazione generale di oggi arriva dopo l’annunciato fallimento, nella settimana scorsa, di una trattativa mai nata al ministero dello sviluppo economico e la conseguente conferma da parte della Thyssen Krupp di riaprire le procedure di mobilità per circa 550 persone.

A questa notizie, già venerdì scorso, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ast sono entrati compatti in sciopero per l’intero giornata, accompagnati e sostenuti dall’intera città in corteo dalla Prefettura all’occupazione dei binari della stazione, fino alla sede del PD locale e al palazzo del Comune.

Ma anche nella giornata di ieri, l’intero stabilimento è stato nuovamente bloccato per sciopero a causa di un ulteriore taglio del 20% sul costo delle commesse applicate alle ditte esterne; a questo è seguito un corteo fino a Palazzo Spada, dove è stata occupata la sala del Consiglio Comunale.

Tutto questo, mentre è in atto in questi giorni l’inutile e falso dibattito tra il governo Renzi e i maggiori sindacati sull’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, già di fatto smantellato e svuotato di qualsiasi significato, dalla riforma Fornero prima e da quella Poletti (il JobsAct) poi, con il beneplacito di tutte le forze politiche e sindacali.

Quello che si sta verificando nel nostro territorio così come nel resto del Paese ci conferma che, oltre a non cedere ai ricatti imposti dalle politiche di austerity che stanno sempre più precarizzando le nostre vite, dobbiamo tendere a generalizzare le lotte ed interconnetterle individuando nuovi percorsi e nuovi spazi che rispondano adeguatamente al momento che stiamo vivendo.

Per questo crediamo che, costruire ed allargare nuovi percorsi di lotta insieme a tutti e tutte i lavoratori, gli studenti, i precari e i non lavoratori, sia l’obiettivo concreto da perseguire che avrà come tappa intermedia la giornata del 14 novembre con lo Sciopero Sociale.

 

 “Vivere lavorando o morire combattendo”

 

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17 Ottobre 2014

RECENSIONI | Ladri di Sport. Dalla competizione alla resistenza.

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Leggere Ladri di Sport, di I. “Grozny” e M. Valeri è come fare un viaggio nel Brasile alla vigilia degli ultimi Mondiali, che mostra lo sfruttamento di un fenomeno sportivo attraverso la sua trasformazione in evento la cui preparazione, nelle mani di un’unica multinazionale, non nasconde il suo essere un pretesto per una serie di grandi speculazioni. Quando viene messa in moto la macchina dei grandi eventi, le contraddizioni che ne scaturiscono appaiono certo più evidenti quanto più sono evidenti i bisogni reali della collettività. Se poi l’evento in questione è un evento sportivo, c’è da chiedersi se lo sport ha ancora vive in esso quei valori di aggregazione e socialità. Oppure come possano essere state così facilmente ignorate dai dirigenti delle organizzazioni calcistiche, complici delle dinamiche aziendarie presenti nella storia che vediamo in Ladri di Sport.

Il libro ci racconta in maniera chiara e diretta le particolari motivazioni che nel loro insieme hanno provocato i malumori visti in tutto il Brasile nell’arco dell’anno e mezzo precedente i Mondiali ’14. L’obiettivo di fondo delle proteste può essere sintetizzato dall’intenzione di richiamare l’attenzione del governo brasiliano verso la necessità di un miglioramento della vita per la comunità, che a seconda della regione in questione del Paese lamenta differenti problematicità. Questi problemi erano ovviamente già da tempo presenti nel Paese, ma si è giustamente voluto cogliere il momento in cui il governo si è dimostrato in maniera più evidente disinteressato alle varie comunità, per assecondare le manovre preparatorie ai Mondiali.

E’ in questo contesto che si muove da un’esperienza all’altra il libro Ladri di Sport, dimostrandoci poi la presenza di varie esperienze in cui l’azione dal basso da ancora valore al giusto spirito dello sport, con polisportive attive contro il razzismo, il sessismo o l’esclusione sociale di ogni sorta.

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