15 Maggio 2019

Intervento di KARLENE GRIFFITHS SEKOU – pt 1

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L’8 maggio 2019 Non Una Di Meno Perugia ha incontrato Karlene Griffiths Sekou, attivista di Boston di Black Lives Matter, presso il Cinema Post Modernissimo di Perugia.

Non Una Di Meno è nata e cresce come una rete transfemminista globale che si interroga e propone di portare avanti modalità e contenuti intersezionali e dal basso (basti pensare alla forte connotazione antirazzista e meticcia di Ni Una Menos in Argentina). L’evento con Black Lives Matter è stata un’eccezionale occasione di maturazione ed incontro delle realtà Non una di Meno e BlackLives Matter, accomunate da un approccio politico che valorizza i punti di incontro tra soggettività marginalizzate trasformandoli in punti di forza e percorsi di lotta comuni. Ringraziamo ancora una volta Karlene e Black Lives Matter prontX ad intrecciare ancora pratiche e saperi. 

Di seguito la traduzione in lingua italiana dell’intervento di Karlene a cura di Non Una Di Meno Perugia. 

* Il testo presenta una traduzione multiforme della declinazione di genere, con vocali variabili transcomprensive.

NON UNA DI MENO PERUGIA INCONTRA BLACK LIVES MATTER (parte 1)

Vorrei esprimere la mia gratitudine e quella del movimento Black Lives Matter [da qui BLM, ndt] per l’invito che mi avete fatto e ringraziare Non Una Di Meno [NUDM, ndt]. Grazie a tuttx per essere qui.

Penso che sia importante contestualizzare BLM e il movimento della vita delle persone nere all’interno di una cornice storica in cui la violenta eredità della supremazia bianca è il vero fondamento degli Stati Uniti d’America (USA).
Il razzismo, per come ne parliamo, è il frutto di una gerarchia umana imposta attraverso la schiavizzazione delle persone provenienti dall’Africa. Queste persone vennero portate negli USA come schiavx, come proprietà, per alimentare il sistema economico che a quel tempo era plantocratico [forma oligarchica di potere in cui la classe dominante era costituita dai possidenti delle piantagioni, ndt]. Dico persone, ma a quei tempi lu afrodiscendentx non erano considerati esseri umani.

Quindi, quando BLM parla di sistema di polizia contro cui stiamo lottando e di cui chiediamo l’abolizione, questo è in diretta continuità con lo stato di polizia che ha avuto inizio nel sistema plantocratico, creato per catturare, contenere, sorvegliare, uccidere gli/le schiavizzati/e nelle piantagioni. Ed è il lavoro delle persone nere nella plantocrazia statunitense (parliamo di 400 anni di schiavitù, sfruttamento e commercio dei corpi neri, che è quello che oggi chiamiamo tratta di persone, e le modalità attraverso cui i corpi delle persone nere furono spostati dal Nord al Sud) che ha prodotto la ricchezza e l’economia degli USA.

Nella tradizione delle lotte di liberazione, le persone schiavizzate dall’Africa hanno sempre resistito, hanno rifiutato [la dominazione, ndt], si sono sempre ribellate contro la disumanizzazione delle vite nere. E questo è vero per tutte le popolazioni schiavizzate nelle Americhe, attraverso i Caraibi, attraverso l’America Latina – dal Brasile è passata la maggior parte degl* schiav*.

Ma le persone nere hanno sempre resistito, perché fondamentalmente noi abbiamo sempre saputo di avere dignità umana e, a partire da ciò, abbiamo sempre opposto resistenza all’eredità violenta della supremazia bianca e all’imperialismo, più in generale.

Quindi negli USA la lotta per questa libertà, ottenuta con fatica attraverso la resistenza e la lotta dei movimenti sociali, è la stessa in cui siamo impegnatx oggi nei movimenti sociali contemporanei. Ma questa libertà si fonda sulle battaglie di generazioni di combattenti e, dopo la liberazione degl* schiav*, le leggi ottenute nel tentativo di integrare le persone nere nella cultura americana sono frutto delle lotte per i diritti civili.

Dopo la fine della schiavitù ci siamo battutX per costruire strategie di miglioramento delle condizioni economiche, sociali e materiali delle persone nere, ma soprattutto economiche: “40 acri e un mulo” [nome di una riforma agraria secondo la quale ad ogni famiglia di ex schiav* veniva promesso un appezzamento di terra ed un mulo: tale riforma fu approvata dal presidente Lincoln nel 1865 ma mai attuata, ndt], la possibilità di ottenere la terra, di entrare nel mondo dell’imprenditoria per guadagnarci da vivere…Tutto questo negli USA non si è mai verificato. Invece, siamo entratx in un periodo di segregazione, che chiamiamo “Jim and Jane Crow” [leggi che hanno rafforzato la segregazione razziale e sessista degli spazi pubblici, ndt]. È stata una separazione legale per cui le persone nere non potevano mischiarsi con le bianche.

Ve la faccio semplice per darvi un quadro della storia del movimento nero che segna la nostra lotta per la libertà oggi.

E va considerato che tutto ciò che è stato fatto negli USA per l’integrazione (ci sono state una serie di leggi in ambito scolastico, sanitario, economico) e ogni aspetto e dimensione della società negli USA rimanda ad un immaginario per il quale le persone nere sono meno che umane, sono inferiori, sono incapaci, vanno usate e abusate come oggetti.

Su tale immaginario è stato costruito questo ideale di democrazia che è quindi fondato (devo fermarmi e dirlo ad alta voce) sul genocidio. Dunque, il vero DNA di questo stato nazione, questo stato nazione imperialistico, è fatto di violenza, violenza su e contro le popolazioni indigene e la schiavizzazione dellu africanu, [delle persone] che fondamentalmente hanno reso possibile il benessere materiale degli USA.

Perciò, quando parliamo del movimento delle vite nere e la lotta per la libertà nera è importante tenere traccia di questa violenza e della violenta eredità del suprematismo bianco, come ho già detto, ma è altrettanto importante tenere traccia della resistenza delle persone nere in USA. Ed attraverso i nostri movimenti sociali chiediamo che negli USA non ci si basi più su quell’immaginario e sulla promessa di (quel tipo di) democrazia.

Il movimento per i diritti civili che tuttu conosciamo per figure come Martin Luther King e coloro che sono giustamente riconosciuti per il loro impegno, in realtà era composto anche da molte donne che ne sono state la spina dorsale. Stiamo parlando di Diane Nash, Ella Baker ed altre donne del movimento di cui non sappiamo abbastanza ma che hanno fatto molto. Quindi il movimento per i diritti sociali ha contribuito affinché la lotta per la libertà delle persone nere ottenesse visibilità, affinché si ottenesse il diritto di voto e i diritti legali di de-segregazione, in modo che tale integrazione potesse avvenire fondamentalmente all’interno della cultura stessa degli USA.

Le conquiste del movimento sono state ottenute col sangue dellu antenatx: se si studia la storia del movimento si può vedere la violenza che è stata agita sulle vite delle persone nere e sulle persone bianche che hanno fatto parte del nostro movimento, che erano alleati/e. Poi parleremo della differenza tra essere alleatx ed essere solidalx: c’è, infatti, una differenza tra queste due figure nel movimento sociale. Quindi, questo movimento sociale ha segnato un momento particolare della storia, che costituisce le fondamenta di Black Lives Matter.

In aggiunta a quelli per i diritti civili, ci sono stati molti altri movimenti: per esempio le Pantere Nere, l’eredità delle Pantere Nere, il movimento Panafricanista, tutti i vari movimenti di lotta per la libertà dellu afrodiscendentx. Ci sono sempre state molte espressioni del movimento per la liberazione delle persone nere. Questo va sottolineato perché dobbiamo riconoscere tutti i nostri predecessori che hanno combattuto per liberare e rendere visibile la vita e il contributo delle persone nere nella costruzione degli USA e del resto del mondo. Il movimento BLM prende la propria energia ed attinge all’immaginario della dimensione più radicale della lotta per la liberazione delle persone nere.

Lottiamo per portare avanti il nostro movimento sociale, ma fondamentalmente ci interroghiamo anche su cosa significhi avere una democrazia: questa domanda non è mai stata posta considerando e interpellando le persone afrodiscendentx e, veramente, nemmeno molte altre persone che vivono negli USA, come le donne bianche, le persone indigene, le persone LGBTIQ+. Il concetto di democrazia non è stato mai così esteso da includere altre persone oltre l’uomo bianco proprietario di terre. La sua stessa Signora era inferiore e così lo era tutto il resto dell’umanità: le altre donne bianche, le persone gender non conforming, lu indigenx, le persone nere, le persone LGBTIQ+, i/le qualX non rientravano affatto nell’immaginario limitato dei padri fondatori.

Quindi, fondamentalmente a causa di questa violenza sistemica insita nella cultura statunitense, la comunità nera e le persone nere hanno esperito nel corso delle generazioni una violenza arbitraria sulle proprie esistenze. Non soltanto uccidendoci, detenendoci in prigioni, ma anche attraverso l’uso della polizia per l’occupazione e il controllo delle nostre comunità, attraverso il contenimento e quello che noi chiamiamo l’industria carceraria.

Le prigioni negli USA sono privatizzate, quindi, anziché sfruttare i nostri corpi per l’accumulo di capitale nelle piantagioni, oggi le grandi imprese fanno milioni di dollari attraverso il sistema carcerario catturando, rinchiudendo e sorvegliando i corpi delle persone nere, marroni e povere e inoltre mettendole a produzione con il lavoro gratuito.

Quando parliamo di Donald Trump e diciamo “Cosa sta succedendo? Così improvvisamente!? Cosa facciamo? Questa cosa è nuova, è una nuova tendenza!”… In realtà per la gente nera quanto fa Trump non è affatto nuovo: la violenza arbitraria verso i corpi neri, il razzismo, l’esclusione, la deumanizzazione… Quando siamo stat* schiavizzat* durante il periodo “Jim and Jane Crow” negli USA avevamo il Ku Klux Klan: uomini che indossavano vestiti bianchi, uccidevano, davano fuoco alle nostre case e alle nostre comunità, commettevano degli omicidi arbitrari, violenze, dunque terrorismo verso la comunità nera. Questi uomini (questo sistema di controllo e violenza sulle persone nere) ora non vestono più cappucci bianchi, ma un distintivo e sono la polizia.

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