POLITICA e SOCIALE

3 Novembre 2015

PRESENTAZIONE CAMPAGNA REFUGEES WELCOME PERUGIA

RW LOC giallaL’ultima ingente ondata di migranti di questa estate ha messo in luce definitivamente quanto poco efficaci siano le politiche europee in materia di accoglienza e quanto invece dirompente sia stata la risposta della gente.

Un’ondata di solidarietà e partecipazione ha coinvolto diversi Paesi e una delle parole d’ordine che abbiamo letto anche tra gli spalti degli stadi è stata REFUGEES WELCOME.

Anche Perugia vuole aderire alla campagna nazionale ed europea e per questo invita tutti e tutte al lancio della campagna Refugees Welcome Perugia che si terrà sabato 7 novembre alle ore 17.00 presso la Consulta dei Migranti, via Imbriani, 2.

Di seguito il comunicato.

Da Cadis a Budapest, da Ventimeglia al Brennero, da Lampedusa a Calais, la “Fortezza Europa” mostra tutta la sua violenza. Alla brutalità del viaggio si aggiunge quella dei maltrattamenti subiti dalla polizia e dall’esercito, che non risparmia nessuna atrocità.

Viviamo in un’Europa che professa libertà di movimento, mentre Schenghen si riduce ad un ipocrita strumento che rafforza le disuguaglianze e le gerarchie tra chi è cittadino e chi non lo è facendolo rimanere intrappolato nelle disposizioni di Dublino III che vincola la domanda d’asilo al primo paese di arrivo.

Allo stesso tempo, però, l’incredibile resistenza e il coraggio di migliaia di persone, spinte dal desiderio di libertà, e la grande, auto-organizzata risposta di solidarietà dal basso danno forma a una nuova realtà lungo le frontiere dell’Unione Europea. Il presidio di Ventimiglia, l’assalto ai muri di Evron e le occupazioni nelle stazioni delle città di confine dimostrano quanto i muri e i fili spinati non possano fermare un movimento che ha una forza inarrestabile.

L’ immaginario dominante descrive i migranti come soggetti deboli e bisognosi di assistenza, quando invece sono una moltitudine di soggetti che si riappropriano autonomamente delle loro vite e che, altrettanto autonomamente, decidono quali sono le soluzioni ai propri bisogni.

È solo di alcuni giorni fa la notizia del brutale sgombero dello stabile dell’ex Telecom di Bologna, occupato dal 2014 da più di 300 persone, in gran parte migranti. Questo episodio ha evidenziato come, nel momento in cui ci si appropria  di diritti senza passare per una organizzazione assitenzialista che li conceda, la reazione è quella della becera repressione.

Il diritto alla mobilità, all’abitare e al reddito sono lotte comuni da contrapporre alle politiche di austerity della UE, di cui tutt@ paghiamo le conseguenze ogni giorno.

Ora è il momento di agire, aprendo nuovi spazi di libertà, combattendo l’Europa dei tecnocrati e dell’austerità, mettendo fine alla crescita di nazionalismi e fascismi in tutti i Paesi europei. Ora è il momento di lottare per un’Europa senza frontiere, un’Europa di diritti sociali: è necessario schierarsi dalla parte di chi fugge da guerre e povertà.

Per tutto ciò aderiamo alla campagna “Refugees Welcome!” uno spazio pubblico e aperto che consenta a tutti e tutte di intervenire in prima persona  mettendo a disposizione e in condivisione esperienze, saperi e molto altro.

Invitiamo tutt@ a un dibattito pubblico, in cui discutere insieme quali iniziative realizzare concretamente anche a Perugia.

Appuntamento alle ore 17:00, Sabato 7 Novembre alla Consulta dei Migranti, via Imbriani, 2 Perugia

 

Di seguito Pagina Facebook Refugees Welcome Perugia:

https://www.facebook.com/Refugees-Welcome-Perugia-820490598068911/?fref=ts

Link evento:

https://www.facebook.com/events/894062883995133/

24 Maggio 2015

No Ombrina No grandi opere

Ombrina è l’ ennesimo provvedimento di devastazione territoriale da parte del capitalismo nei confronti della comunità. Sabato 23 maggio è stato fortemente contestato nella manifestazione che si è svolta per le strade della città di Lanciano (CH): lo Sblocca Italia di Renzi ha ricevuto una forte risposta di una protesta dai caratteri senz’altro moltitudinari.

60000 persone, 4,5km di corteo, 482 adesioni registrate fra spazi sociali (oltre al centro sociale Zona22, anche altri provenienti da tutta Italia ), comitati No Ombrina, No Triv, associazioni ambientali, singoli e rappresentanti del settore turistico ed agricolo. Si è anche notata la presenza delle istituzioni (sono molti i comuni del territorio che hanno mandato una rappresentanza); da segnalare che si sono permessi di attraversare il corteo perfino partiti politici associati al partito di governo e rappresentanze dello stesso Partito Democratico.

Al di là delle evidenti contraddizioni da propaganda, che evidentemente non seguono sempre i tempi delle elezioni, quello che sembra essere il dato di maggior rilievo è la massiccia presenza della cosiddetta società civile, la gente comune per intenderci, i non militanti nel senso stretto del termine, i veri protagonisti del corteo.
A Lanciano abbiamo assistito ad una manifestazione che è frutto di un profondo e proficuo lavoro di sensibilizzazione alle conseguenze di una grande opera; da questo punto di vista si scorgono certo delle convergenze con ciò che è stato il laboratorio No Tav in Val di Susa, le lotte nella terra dei fuochi in Campania, solo per citare alcuni esempi. La partecipazione attiva nelle decisioni che riguardano una comunità sembra perciò essere un’esigenza reale delle persone, che, quando si presenta l’occasione, sono pronte a farla valere in quanto diritto legittimo. In fondo, già da diversi anni gli abruzzesi hanno riconosciuto la piattaforma petrolifera come un’opera inutile, inquinante e nociva ecologicamente ed economicamente per l’intera comunità. Il dissenso si è quindi diffuso facilmente tra i vari luoghi di partecipazione del territorio, primo fra tutti quello delle scuole, che hanno rappresentato uno dei catalizzatori fondamentali per l’induzione a scendere in piazza.

La giornata di ieri lascia perciò uno spiraglio di speranza in un periodo in cui la successione dei fatti sembra darla sempre vinta ai soliti, senza che non vi sia una risposta efficace dal basso che blocchi i meccanismi di saccheggio derivanti e messi in atto dal capitale, sempre affamato della ricchezza di tutti nei vari territori. La questione Ombrina è un nervo scoperto che Renzi ha toccato causando una netta risposta da parte di una comunità. Certo un così esteso malcontento non necessariamente comporta una altrettanto stupefacente riuscita della lotta.

Ora che è chiaro che nessuno vuole la costruzione dell’Ombrina e che, addirittura, neanche le istituzioni locali possono permettersi di schierarsi a favore, resta da capire come si possa rendere la lotta efficace effettivamente per bloccare l’esecuzione di una decisione così devastante.

In perfetta coerenza con la logica del capitale, il governo è in questo caso un evidente mezzo di tramite per la messa in pratica delle volontà e degli accordi di ENI e la multinazionale inglese Rockhopper (realizzatrice del progetto di estrazione); perciò la provenienza di queste decisioni non solo non è vicina alla comunità che ne pagherà poi le conseguenze (sempre che un eventuale danno si limiti alle coste abruzzesi), ma il problema è che i mandanti di questa devastazione e famelico saccheggio vanno ricercati ad un livello superiore a quello nazionale, nel quale servilmente altro non si è fatto che avallare le volontà delle multinazionali.
Perciò quello che la grande comunità che ieri si è dimostrata in tutta la sua determinazione ora si dovrà chiedere è: come andare a bloccare il problema Ombrina alla fonte sfruttando appunto la forza che ieri è scesa in piazza. Ci auspichiamo la nascita di laboratori in grado di fornire i giusti strumenti per la prosecuzione della lotta, e crediamo nel ruolo fondamentale che possono giocare in ciò gli spazi sociali.

In quest’ottica la giornata No Ombrina di Lanciano può essere considerata una delle tante tappe, e finora la più importante, di un percorso sempre più ampio e radicato.

#NoOmbrina

#NoTRIV

C.S.O.A. Ex Mattatoio

16 Maggio 2015

Nè Salvini nè confini – PERUGIA NON TI VUOLE

Oggi venerdì 15 maggio Perugia ha espresso il suo totale rifiuto alle presenza della feccia leghista per il comizio di Matteo Salvini. Il presidio in via del Macello è stato molto partecipato e rumoroso si è spostato verso piazza del Bacio dove ha atteso l’arrivo del leader leghista, ribadendo in maniera compatta e determinata che Perugia non ammette nessun tipo di presenza fascista, razzista e sessista. Non a caso abbiamo scelto questo luogo, simbolo della logica securitaria che propone una città chiusa, vuota e mercificata, trasformandola invece in uno spazio aperto,meticcio e liberato. Centinaia le singolarità e le soggettività che hanno scelto di riprendersi la piazza concessa alla Lega, trovando come risposta il fascismo non celato dei pochi partecipanti al comizio, protetti come al solito da un ingente spiegamento delle forze del disordine. C’era tanta gente, di tutte le lingue e di tutte le età. Gente che passava di lì per caso, ha capito che c’erano i leghisti e ha voluto prender parte alla contestazione. Migranti che sono venuti a urlare la loro rabbia contro chi specula sulle morti in mare. Gente che aspettava l’autobus o che portava a passeggio il cane e non potendo sopportare la presenza di quei razzisti nella propria città s’è aggiunta al nostro presidio spontaneo, s’è messa a ballare e cantare davanti alle transenne. E non se n’è andata fino alla fine, nonostante le violenze della polizia. Troppa la rabbia e la determinazione per poter star fermi: il corteo si è spostato compatto esprimendo l’assoluto dissenso verso chi crea un clima d’odio e di discriminazione. Ci fa schifo e pena che Salvini abbia iniziato il proprio comizio invitando tutti coloro non in possesso di un crocefisso ad abbandonare la piazza, per poi festeggiare il naufragio e la morte di più di 900 persone in mare. Il comizio è stato interrotto e disturbato da una città determinata a respingere con forza la presenza leghista, riappropriandosi della piazza nonostante le ripetute provocazioni dei partecipanti e della polizia. La gestione dell’ordine pubblico si è dimostrata totalmente incompetente e sovraeccitata: la polizia ha caricato violentemente e a freddo i manifestanti che cercavano di avvicinarsi al leader leghista, carica che però non è riuscita a disperdere gli/le attivist* che compatti e determinati sono rimasti in piazza per continuare la contestazione. Il bilancio è di un manifestante fermato e rilasciato solo grazie alle pressioni degli antifascit* e diversi feriti tra cui una compagna finita all’ospedale per colpi alla testa. Nonostante la repressione messa in campo siamo riuscit* a manifestare la potenza dei nostri corpi e delle nostre idee facendo strisciare via un manipolo di carogne scortate. La massiccia partecipazione alla giornata di oggi “#MAICONSALVINI PERUGIA NON TI VUOLE!” dimostra che siamo in tanti e tante a rifiutare con forza le politiche razziste, autoritarie e omofobe che non troveranno alcuno spazio nella nostra città. SIAMO DAPPERTUTTO – NON CI FERMERETE MAI

#MAICONSALVINI

#PERUGIANONTIVUOLE

#SomaroArvà

7 Maggio 2015

“PRIMA DI SGOMBERARCI SGOMBERATEVI IL CERVELLO – #SCUPbenecomune”

Apprendiamo tristemente dello sgombero di S.Cu.P.(Scuola e Cultura Popolare) di questa mattina del 7 maggio 2015.

Ma la tristezza passa presto e lascia posto solo alla rabbia che cresce dentro per un’azione così vile da parte dell’autorità pubblica. Lo sgombero con le RUSPE di uno spazio sociale che in questi anni ha promosso forme alternative di resistenza dal basso, di socialità e di cultura, non solo è da stronzi, ma da adito a quei sentimenti leghisti e filo-fascisti che ci vogliono radere al suolo.

Questa è la risposta che la politica istituzionale, a tutti i sui livelli e in tutti i territori, continua a dare in un momento di profonda crisi culturale, sociale ed economica. Una risposta che prevede: gli sgomberi di spazi sociali nati dal bisogno di essere comunità e dal recupero di strutture abbandonate, la svendita del patrimonio pubblico, la devastazione ambientale, la dismissione del welfare-state e una sempre più diffusa condizione di precarietà alla quale siamo costretti.

Questa è la strada scelta dal PD, e su questa strada troverete le nostre barricate.

GIU’ LE MANI DAGLI SPAZI SOCIALI!!!  NOI STIAMO CON ‪#‎SCUPbenecomune‬

Solidarietà da Perugia ai fratelli e le sorelle di S.CU.P.

Centro Sociale Ex Mattatoio

PERUGIA – 07/05/2015

5 Maggio 2015

Perugia contro la #BUONASCUOLA

Oggi 5 Maggio è stata una grande giornata di mobilitazione contro la riforma Renzi/Giannini della scuola pubblica. Migliaia di docenti, precari, studenti, personale A.T.A. e famiglie sono scese in piazza in moltissime piazze d’Italia. Anche Perugia ha visto un’adesione allo sciopero tra le più partecipate degli ultimi anni, già da ieri infatti il centro storico si era riempito in occasione della flash mob realizzata dal comitato “Autoconvocati per la scuola pubblica” per lanciare lo sciopero generale di oggi. Stamattina piazza IV Novembre era nuovamente piena e colorata. Il presidio si è mosso presto in corteo spontaneo che ha attraversato il corso arrivando sotto la sede del PD e della Regione dove si sono succeduti una serie di duri interventi contro la riforma che va ulteriormente a smantellare la scuola pubblica.

Le motivazioni della protesta sono state subito chiare e ben visibili su striscioni, cartelloni e palloncini colorati: NO AL PRESIDE SCERIFFO, NO AI TAGLI, NO ALLA CHIAMATA DIRETTA DEGLI INSEGNANTI, NO AI FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE.

Questa non è sicuramente la riforma della #BuonaScuola, ma l’ulteriore passo verso l’ingresso di privati e sponsor all’interno della scuola. Una manovra che continua a smantellare un sistema già messo a dura prova dalle recenti riforme e che andrà sicuramente a discapito di percorsi educativi efficaci.

Il corteo si è fermato in piazza Italia dove la giornata si è conclusa con la volontà di continuare la protesta affinché il Disegno Di Legge venga ritirato. Nessuno cederà al ricatto di modifiche già paventate, ma che risulterebbero solo come “un contentino” per placare le proteste.

Non si fermeranno qui i momenti di piazza e le contestazioni contro il neoliberismo sfrenato perpetrato dal governo Renzi come risposta alla crisi economica.

#RenziStaiSereno #SaremoDappertutto

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