Apprendiamo con rabbia e indignazione la notizia che ai fascisti di Casapound è stato dato il permesso di sfilare per le strade della nostra città. Una città in cui è possibile essere denunciat* per un bacio omosessuale in piazza, ritenuto dalle forze dell’ordine “disgustoso” proprio perché avvenuto in uno spazio pubblico alla presenza di “minorenni e famiglie” e che invece non ha alcun problema ad autorizzare una manifestazione dai chiari contenuti sessisti, omofobi e razzisti.
Come movimento Non Una di Meno, che raccoglie donne, lesbiche, trans e frocie, pretendiamo che a Casapound non sia data alcuna possibilità di manifestare, né qui né altrove.
Aborriamo la retorica della supposta difesa delle donne, dove per donne s’intende chiaramente le “proprie” italiche mogli, madri, sorelle. Che devono comunque restare al loro posto, il tanto rimpianto focolare domestico dove vorrebbero ricacciarci tutte.
A tutto questo noi rispondiamo con un NO secco. NON in nostro nome e NON sui nostri corpi.
Non permetteremo che i nostri corpi vengano ancora una volta strumentalizzati. Insieme alle nostre sorelle migranti ci battiamo contro la violenza del patriarcato, del razzismo, delle classi e dei confini. Lottare insieme significa anche sottrarsi e rifiutare i discorsi securitari e razzisti che strumentalizzano la violenza sui corpi delle donne e dei soggetti LGBT*QIA+
A quant* sostengono che ognun* dovrebbe essere liber* di manifestare, ricordiamo che il fascismo non è una qualunque opinione politica, è fondato sull’intolleranza e sulla mancanza di rispetto per tutte le altre forme di espressione e per questo nel nostro Paese, fondato sulla resistenza, è e deve rimanere fuori legge.
Ma chi è Casapound?
Negli ultimi anni Casapound Italia è stata protagonista di aggressioni e intimidazioni davanti ai licei, nei quartieri, di fronte ai campi Rom e ai centri di accoglienza.
Tutto questo spesso avviene di fronte alle forze dell’ordine che di fatto difendono la propaganda xenofoba e la prevaricazione fisica come se fosse normale attività elettorale.
L’enorme visibilità che Casapound, così come altre organizzazioni neofasciste, si sta riprendendo è sostenuta dai discorsi sempre più xenofobi, razzisti e sessisti dei vari Salvini e Meloni di turno e diffusi oramai in tutta Europa. Basti pensare all’avanzata delle destre praticamente ormai in ogni Paese d’Europa, e alle politiche ultrareazionarie del suprematista Trump.
Ci uniamo quindi alle tante associazioni, gruppi, collettivi e soggettività che in questi giorni si stanno mobilitando affinché questa manifestazione non abbia luogo. La questura, la prefettura e le autorità cittadine hanno la responsabilità di dare completa agibilità a questi squadristi,ora è il momento in cui nessun* può più nascondersi.
È evidente che permettere a Casapound una parata xenofoba sabato 16 dicembre in un quartiere multietnico come Ponte San Giovanni è una provocazione che la città di Perugia non accetterà.
NON UNA DI MENO PERUGIA