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31 Maggio 2014

Saturday bloody Saturday

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Qualcuno diceva che la vita fosse un pendolo che oscilla tra dolore e noia, il che in assoluto non si potrebbe considerare pienamente sbagliato, se solo non fosse che dio decise di creare il quinto giorno, il venerdì.

Le possibilità a questo punto sono due: di sicuro un dio più o meno serio alla Leonard Cohen, si sarebbe pentito periodicamente del suo errore, d’altra parte una visione più dilanyana, in Shelter from the storm,per intenderci, ci porta a credere che effettivamente possa essere un pò piacevole per lui il rendersi conto della maliziosità e della goliardia, che ogni venerdì colora le strade e i saloni delle case nelle viuzze più impensabili, con impianti improvvisati e voli pindarici musicali, che portano al passaggio da maria di Blondie a Rino Gaetano in meno di due passaggi; un buon modo per convincere i presenti che forse, un altro goccio di qualsiasi cosa ci sia sul tavolo, fosse anche gin liscio, forse potrebbe essere d’aiuto.

Sebbene la seconda teoria risulterebbe vagamente migliore per tutti in quanto legittimante la nostra natura di bestie da Campari, ma mai senza gin, in realtà, la prima teoria ha dalla sua un asso nella manica, la punizione divina alla nostra settimanale restaurazione dei sensi, il sabato pomeriggio.

ho sempre pensato che la domenica pomeriggio fosse il rasoio di Ockham delle parti più propositive dell’essere umano, ma non posso negare che trovarsi alle 16:59 ad aver ascoltato in loop per almeno 4 volte John and Mary di Robert Palmer, sia patologico già di per sè.

ti svegli, è già questo non va bene, hai mal di testa, bruciore di stomaco devastante e un dolore al ginocchio che ogni maledetto sabato mattina ti chiedi a cosa cazzo sia dovuto, ti alzi e inizi a vagare spaesato per casa, sigaretta, silenzio, sigaretta, qualcosa da mangiare, caffè e sigaretta; e da lì in poi è buio.

il sabato si divide in due parti, quella iniziale, in cui cerchi di approfittare dell’assist dell’abbiocco post pranzo, ma non riesci ad avere il coraggio di andare a letto, in fin dei conti ti sei alzato non più di un’ora prima, hai mille cose da fare e sai già che alla fine non ne farai nessuna, ma ti va bene così, e anche tu ti abbandoni ai voli pindarici di cui sopra, passi da Johnny Cash ai Gun Club e dai Blue Oyster Cult ai Talking Heads e non ti chiedi neanche come, perché in realtà sticazzi.

dopo di che iniziano ad arrivare le 19:00 e con loro la seconda parte della giornata: inizia a presentartisi la parvenza di una serata dignitosa, certo non come quella del giorno prima, ma una che comunque ti possa strappare dalla grinfie di quella non proprio allegria che ti aveva mangiucchiato lentamente durante tutto il resto della giornata.

è questo il momento migliore della giornata, immaginatevi un ventenne che sta seduto in cucina in pigiama con Temptation 87 dei New Order, di quando la musica da disco non era banale e alla fine del pezzo non per forza ci si trovava a riderci su, che sale pian piano dalle casse di un impiantino del cazzo della Logitech, che comunque sa fare bene il suo dovere, ti guardi intorno c’è ancora un filo di luce che entra dalla finestra, debole, come te in fondo dopo tutta la giornata di merda che hai passato, ti vesti più o meno di fretta, passando subito a Blue monday e, anche se non sai per cosa, sei pronto.

qualcuno diceva che il sabato ti rattrista perchè sai che il giorno dopo è domenica e quello dopo ancora è lunedì e così via, mentre il venerdì, bè quella è tutta un’altra storia, hai ancora un giorno prima di doverti preoccupare. la domenica è triste perchè il giorno dopo è lunedì, il sabato è triste perchè sai di non poterlo paragonare al giorno prima; è solo allora che capisci che il sabato in realtà è stato creato solo per smaltire alcol, sigarette, buoni propositi, altre sigarette e forse me ne sarei potuto innamorare, ma solo qualche anno fa della sera prima.

cohen-copia


30 Maggio 2014

Una riflessione sull’EXPO 2015, vetrina di un vizio diffuso

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expo

Fra meno di un anno assisteremo all’apertura dei cancelli dell’esposizione universale di Milano, EXPO 2015, un melting pot delle maggiori aziende attive a livello globale. In Italia verrà ospitata la massima espressione dell’economia industriale, che poco o per niente lascia spazio alle piccole aziende e artigiani. Per non parlare della totale noncuranza da parte della fiera nei confronti delle tante critiche avanzate da soggetti che portano avanti paratiche di economia solidale, GAS, coltivatori di prodotti biologici, attivi nello stesso territorio milanese. 

Quali sono dunque i punti critici dell’EXPO?

Uno è evidentemente lo stravolgimento di un’area verde (si parla di quasi 100 ettari), per la progettazione e il finanziamento, a spese pubbliche, della piattaforma e delle strutture che ospiteranno la fiera. Si tratta inoltre di opere di cui una metà non potranno mai essere realizzate in tempo. Le strutture che invece verranno realizzate recheranno, se possibile, ancora più danno, visto che renderanno per sempre improduttiva una grande zona agricola. E’ qui che diventa palese la volontà di speculare su potenziali risorse economiche utili alla collettività a beneficio di introiti per le aziende costruttrici coinvolte nelle realizzazione dell’evento. Come si può quindi pensare che l’EXPO possa raggiungere quegli “obiettivi di crescita economica, ma anche di rafforzamento del dialogo interculturale e di responsabilità sociale nei confronti di paesi colpiti dal dramma della fame e della povertà” inneggiati dall’ex sindaco di Milano Moratti nel 2009?

Un altro punto riguarda le infrastrutture da costruire, che nel piano risultano annesse all’EXPO: la Tangenziale Est esterna di Milano e la “direttissima” Brescia-Bergamo-Milano, che sarebbero dovute essere concluse entro Dicembre 2013. Queste andranno ad occupare  1.090 ettari di suolo agricolo e solo 258 di suolo già urbanizzato. Del suolo agricolo, 220 ettari fanno parte della provincia di Monza-Brianza, andando a nuocere ad un’area già iper antropologizzata (solo il 45% del suolo non è cementificato, la percentuale più bassa in Italia).

Davanti a questo disastro ambientale, le inchieste aperte dalla procura e poi anche dalla Corte dei Conti nei confronti dei dirigenti responsabili alla realizzazione degli impianti passano relativamente in secondo piano. Lo stesso Renzi ha dichiarato che l’obbiettivo sarà di “fermare i ladri non le opere”, ignorando quindi il problema di fondo per concentrarsi soltanto sulla punta dell’iceberg, che comunque rappresenta già di per sè un fatto grave.

La domanda che verrebbe ora da porsi è dove questi signori possano trovare il coraggio di affibbiare all’EXPO un valore di crescita economica esemplare per il resto del mondo? E’ piuttosto evidente la contraddizione nell’affermare di voler superare la crisi attraverso la speculazione selvaggia di fondi pubblici. Come possono continuare a usare il vuoto slogan “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita“, senza che vi siano le basi per parlare concretramente e senza ipocrisia di rivalutazione dell’agricoltura come bene comune, della salvaguardia della biodiversità agroalimentare (vedi il caso degli OGM Monsanto in Friuli), di un‘economia solidale, che non punti al mero profitto personale?

L.F.

 

28 Maggio 2014

Ele Ele Elezioni!!

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La mia più grande delusione calcistica a livello di nazionale risale ai mondiali del 2002, dopo la sconfitta con la Corea del Sud pensavo che, come nazionale, non saremmo riusciti a vincere niente per molto tempo, vista la grande qualità dei giocatori e il fatto di essere usciti dalla competizione quasi subito, agli ottavi.

Dico la mia più grande delusione, ammetto che è una valutazione molto soggettiva, e vi spiego il perché elencando i risultati dal 1986 fino al 2002, con breve commento, e divisi per competizione, europei prima e mondiali dopo.

Europei:

1988 Giocati in Germania Ovest, usciti in semifinale con l’Unione Sovietica, non ricordo altro se non lo splendido gol del cigno di Utrecht in finale.

1992 Non qualificati alla fase finale, un pizzico di delusione ma ci può stare c’è tempo per rifarsi, da non dimenticare la fase finale con la favola della Danimarca chiamata a sostituire la Jugoslavia che vinse la coppa in terra svedese.

1996 Giocati in Inghilterra, usciti al primo turno, leggermente arrabbiato con Sacchi per il turnover senza motivo e con Zola per il rigore sbagliato.

2000 Giocati in Belgio e Olanda e inspiegabilmente terminati con le semifinali, perché non l’hanno giocata la finale? Scherzi a parte, incazzato sì ma abbiamo dato il massimo e siamo stati sfortunati, del resto non si è campioni del mondo per caso.

Mondiali:

1986 Giocati in Messico non ricordo niente se non Hugo Sanchez e la sconfitta per 2 a 0 agli ottavi di finale con la Francia. Poi c’è Maradona e la man de dios, ma questa è Storia.

1990 Italia ’90 Notti magiche e la mascotte “ciao”, perdiamo in semifinale dall’Argentina di Maradona, ma comunque va bene così di meglio non si poteva fare e vista la mia tenera età, 11 anni, non mi dispero più di tanto.

1994 USA ’94 Arriviamo in finale grazie al famoso “cul de sac” e ad un certo Baggio Roberto, c’era anche Dino ma niente paragoni please, quando costui si rompe facciamo barricate per andare ai rigori, ci arriviamo e il “cul de sac” finisce o, meglio, veniamo puniti dal dio del calcio. Alla fine il risultato è giusto e il perdere con i migliori lenisce la delusione, son giovane ci sarà tempo.

1998 Francia ’98 Nazionale senza arte né parte dopo un cammino discreto e poco entusiasmante perdiamo, ai quarti di finale sempre ai rigori, dai padroni di casa, troppo scarsi per vincere e troppo italiani per provare almeno a fare del bel gioco. Non mi appassiono alla nazionale e nemmeno troppo alla coppa.

2002 Giappone e Corea del Sud E qui casca l’asino. Dopo tutte queste delusioni finalmente una squadra competitiva, rosa valida e mix di giocatori tra esperti, giovani, fuoriclasse e gregari. Il tutto con un allenatore, il Trap, non proprio una garanzia ma il primo dopo anni che ispira fiducia e, inoltre, il fatto che le squadre di casa non sono certo favorite per la vittoria finale unita all’assenza di favorite, contribuiscono a rendere la vittoria quanto meno pronosticabile.

Invece no, usciasmo agli ottavi di finale dove succede di tutto, dall’arbitraggio scandaloso, alla scarsa vena realizzativa, per usare un eufemismo, e per finire il Trap che si affida all’acqua santa regalatagli dalla sorella suora. Dalla tragedia alla farsa.

Ero deluso e incazzato, se con la nazionale migliore che io abbia mai visto facciamo questa figura, quando mai vinceremo?

Ecco dopo queste elezioni io mi sento più o meno così, non che fossero da vincere, ma almeno mi sarei aspettato un messaggio forte di rifiuto delle politiche di austerity europee messe in atto tanto dal PD quanto dal PDL, o come si chiamano ora. Gli italiani invece sembrano credere a quello che propone la banda Renzi, e cioè più precarietà, meno soldi e la solità infinita quantità di chiacchere.

Dopo anni di crisi economica e di cancellazione dei diritti mi sarei aspettato di tutto, ma non che abboccassero tutti alle chimere di Renzi.

Che dire? Forse bisognerà aspettare un po’ perché gli italiani si capiscano il da farsi, ma qualcuno di voi si ricorda come finirono i mondiali del 2006?

Il presidente

27 Maggio 2014

ANELLO VAGINALE

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Sai cos’è …

l’anello vaginale?

È un metodo contraccettivo ormonale per uso vaginale.

Come funziona?

Esattamente come la pillola e il cerotto, rilascia ormoni che vanno a inibire l’ovulazione impedendo la gravidanza.

Il rilascio ormonale dell’anello è molto basso, e per questo viene paragonato alle pillole di ultima generazione.

Come si usa?

Prima di tutto, devi andare dal tuo medico o dalla tua/o ginecologa/o e verificare di stare bene, facendo analisi del sangue. Dopo ti verrà prescritto l’anello vaginale che potrai trovare in farmacia. Come sempre la prescrizione medica dura sei mesi, alla fine dei quali torni dal tuo medico per farla rinnovare.

L’anello vaginale si applica in vagina.

anello vag

È fatto di un materiale molto malleabile, trasparente e flessibile. Ha un diametro di circa 54 mm.

La prima volta che lo usi lo inserisci il primo giorno della mestruazione.  Comprimi l’anello tra il pollice e l’indice e inseriscilo nella vagina. Fai molta attenzione a spingerlo bene e ad assicurarti che non esca.

Deve rimanere inserito per tre settimane, quindi ha un rilascio ormonale graduale che copre l’intero mese. Alla fine della terza settimana si toglie l’anello e in questo periodo compariranno le mestruazioni.

Mi raccomando, se inserisci l’anello, ad esempio, di lunedì, dopo tre settimane, lo estrarrai il lunedì, e alla quinta settimana, sempre di lunedì, ne inserirai uno nuovo.

L’anello è impercettibile e non crea problemi neppure durante i rapporti sessuali.

Se ti crea fastidio puoi estrarre l’anello durante il rapporto, ma ricorda di inserirlo entro le tre ore. Superate le tre ore il suo effetto può essere compromesso e, in questo caso, utilizza un contraccettivo a barriera, ossia il preservativo.

Vantaggi

L’anello vaginale presenta alcuni vantaggi rispetto agli altri metodi contraccettivi:

  • altissima sicurezza contraccettiva, accertata intorno al 99%;
  • gli ormoni rilasciati passano direttamente nel sangue, quindi anche in caso di diarrea e vomito l’effetto non viene condizionato;
  • è impercettibile;
  • ha un effetto neutrale sul peso corporeo;
  • efficacia;
  • comodità.

Svantaggi

Alcune controindicazioni:

  •   l’anello potrebbe essere rigettato nei primi tre mesi dell’applicazione, quindi accertarsi sempre che sia inserito correttamente;
  • possibilità di infezioni batteriche (per evitarle basta applicare e rimuovere l’anello facendo attenzione a lavare bene le mani e intensificando l’igiene personale)
  • il suo effetto svanisce se vengono assunti farmaci come antibiotici, antidepressivi, antiepilettici.

RICORDA: l’anello non ti protegge dalle malattie sessualmente trasmesse (MST), quindi ricorda di utilizzare sempre il preservativo!

22 Maggio 2014

CAICOCCI – Continua la battaglia per la Terra Bene Comune

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Presidio davanti alla regione per la tutela del casolare e il terreno di Caicocci.

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