Umbria Mobilità non è più ufficialmente un’azienda in mano ai soci pubblici della regione. Questo è quanto affermava Umbria24 agli inizi di marzo, dopo l’ok dell’Antitrust che ne sanciva il passaggio del 70% a Busitalia (ovvero alla società del gruppo Trenitalia), con la prospettiva che il restante 30% venisse definitivamente venduto entro luglio.
Già nel 2010 la società umbra aumentava le tariffe dei biglietti da un euro a un euro e cinquanta, riduceva i servizi su gomma e su rotaia, avviava trasferimenti non concordati dei dipendenti e attuava subito una parcellizzazione dello stipendio del personale, per far fronte ad un debito che ad agosto 2013 ammontava a circa otto milioni.
Ad oggi ciò che si prospetta, secondo i giornali locali, sembrerebbe essere un ulteriore stravolgimento del piano urbano della mobilità (riduzione di ulteriori corse), ma soprattutto l’ipotesi di un aumento tariffario del biglietto, considerato già tra i più alti d’Italia.
Questa situazione, che si riversa totalmente su tutte e tutti coloro che attraversano e vivono quotidianamente la città, non è più accettabile.
La mobilità è un diritto fondamentale che si traduce nel garantire la possibilità a tutte le persone di spostarsi liberamente, senza limitazioni o barriere di ordine economico rappresentate dai costi dei trasporti. Questo si colloca immediatamente in uno scenario politico dove indispensabile è l’esigenza di riappropriarsi del diritto a vivere la città in ogni suo aspetto, sia su un piano di produzione culturale e politica, sia inteso come costruzione di momenti di socialità e di riqualificazione degli spazi.
Cosi come indispensabile e centrale è il diritto alla casa, altro fattore determinante per garantire dignità e stabilità alla vita di ogni persona. Diritto, quello all’abitare, che si colloca in piena continuità con la necessità di rivalutare il concetto del “vivere urbano” e che, se non riconosciuto, diviene ulteriore elemento dell’aggravarsi della condizione precaria a cui siamo costretti.
La precarietà, appunto, intesa come condizione esistenziale e non solo lavorativa, a cui ci hanno condotto anni di politiche d’austerity (dettate dall’Unione Europea e dalla Troika), erode sempre più i nostri diritti e in generale la possibilità per ognuno di poter progettare in maniera libera ed autonoma la propria vita.
Ed e’ per questo che il reddito rappresenta l’unica forma di Welfare State possibile adatta a contrastare le attuali forme della produzione. Quando si parla di reddito, non solo si parla dell’erogazione di una liquidità economica sganciata dalla prestazione lavorativa e capace di fornire all’individuo la capacità contrattuale necessaria per affrontare il mondo del lavoro, ma ci si riferisce anche ad una forma indiretta e quindi ad una maggiore qualità e accessibilità ai servizi.
Reddito, diritti, nuovo welfare, saranno inoltre al centro delle mobilitazioni e delle lotte che, sin dalle prossime settimane, costruiranno la manifestazione del 12 aprile e la successiva contestazione al vertice europeo sulla disoccupazione giovanile previsto a luglio.
Con questo spirito lanciamo la campagna “ABBIAMO GIA’ PAGATO“, partendo proprio dal nostro territorio e nella fattispecie dalla mobilità.
Non saremo noi a pagare la vostra crisi…noi ABBIAMO GIA’ PAGATO!
Per CASA – REDDITO – DIGNITA’
“I diritti si conquistano a spinta!!!”
c.s.o.a. Ex Mattatoio – Collettivo Università Critica – Yabasta! Perugia
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