30 Novembre 2016

#PGNONSIVENDE | REPORT WORKSHOP “CON CHE FORMAZIONE GIOCA PERUGIA”

CONDIVIDI

immagine-profiloReport WORKSHOP FORMAZIONE 19/11/2016

L’obiettivo di questo workshop era quello di indagare le relazioni tra il sistema educativo e la città alla luce dei recenti cambiamenti avvenuti sia nel campo dell’istruzione con le varie riforme scolastiche succedutesi negli anni, sia nella città con le recenti e tutt’ora in corso politiche di ristrutturazione urbana e di contrasto al degrado.

Siamo partiti cercando di individuare dei temi che potessero rappresentare dei simboli di questi cambiamenti e sono venuti fuori due macro temi:

Il diritto all’istruzione

Il rifiuto dell’alternanza scuola/lavoro

Il diritto all’istruzione inteso come rivendicazione del diritto ad una scuola di qualità di tutte e tutti e per tutte e tutti, cosa che sta venendo meno. Due fenomeni ne sono la chiara rappresentazione, il fatto che oggi a Perugia il sistema scolastico sia fortemente classista e con una struttura piramidale, dove in cima vi è il liceo classico e i due licei scientifici, poi un gradino al di sotto gli istituti tecnici, in basso gli istituti professionali e poi chi esce dal sistema scolastico a 15 anni per le scuole di formazione e per contratti da apprendistato. Questa è la conseguenza di politiche e normative nazionali che hanno avuto nel nostro territorio molte esperienze apripista. In questo modo non solo le scuole superiori ri-creano e consolidano le diseguaglianze sociali, ma viene di fatto impedita una mobilità tra scuole che non sia quella discendente, ad esempio non mi trovo bene al liceo, vado ad un istituto di vario tipo ma non avviene mai il contrario. Cosa succede però se chi vuole cambiare scuola si trova nell’ultima fascia, quella degli istituti professionali? Qui entra in gioco il secondo fenomeno, quello della dispersione scolastica e il suo apparente contrasto tramite il finanziamento pubblico ad un sistema di educazione privata sotto forma di formazione professionale che si sostituisce all’istruzione. Inoltre attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro con contratti di apprendistato si certifica un completamento del percorso di studi (l’obbligo di istruzione termina a 15 anni e rimane solo l’obbligo di formazione fino a 18 anni o un contratto di apprendistato), in realtà tutto ciò non contrasta né il fenomeno della dispersione scolastica né garantisce il diritto all’istruzione, ma solo modifica le statistiche che vedono l’Italia tra i primi posti per la dispersione scolastica.

Il secondo tema affrontato, strettamente legato al primo, riguarda l’alternanza scuola/lavoro come si sta modificando alla luce della legge 107 (la buona s..ola) e andando più a fondo tramite le esperienze vissute dagli studenti presenti, si è voluto mettere in evidenza l’inutilità e la pericolosità di questo dispositivo, in quanto non rientra minimamente nemmeno nel percorso educativo di formazione. Dai racconti delle esperienze vissute è emerso che, nel migliore dei casi risulta tempo sprecato ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di un vero e proprio sfruttamento di lavoro gratuito mascherato da formazione, e che ben altri sarebbero i cambiamenti desiderati dagli studenti e dalle studentesse come un diverso percorso di studi, una maggiore attenzione ai programmi e alle materie, fino ad arrivare ad una vera e propria riforma del ciclo di studi secondario con un maggiore allenamento al sapere critico e alla capacità di leggere il mondo con la propria testa.

Un pensiero comune che è venuto fuori da questa prima parte e che è rimasto sempre ben chiaro a tutti e tutte è quello di una scuola non chiusa in se stessa, ma che si apra alla società, e ovviamente anche alla città, al fine di creare un sistema di scambio continuo. Un cambiamento della società deve portare ad un cambiamento del sistema educativo e viceversa. In questa direzione è emersa la mancanza, per tutti/e gli/le studenti/esse delle superiori della città, di spazi cittadini dove poter fare sia le assemblee di Istituto che attività che possano coinvolgere e garantire una partecipazione ampia.

Nell’ultima parte abbiamo cercato di individuare delle possibili linee d’azione e intervento.

Riflettere ed individuare spazi di comunicazione scuola/città, spazi fuori dalle scuole, di partecipazione attiva e di protagonismo de* student*

Spazi aperti dove confrontarsi tra studenti liberamente e tra studenti e città.

Indagare sulla reale dispersione scolastica nella nostra città.

Indagare sui costi e sui finanziamenti erogati agli enti di formazione della città riconosciuti come abilitati a far assolvere l’obbligo educativo.

Indagare sui finanziamenti o sgravi fiscali alle imprese del territorio per i contratti di apprendistato che figurano come contributi per favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico nella provincia di Perugia.

Realizzare inchieste che vadano in questa direzione.

Scroll to top