8 Marzo 2024 - Sciopero Transfemminista Internazionale contro la violenza patriarcale
A seguito dell’invasione della marea transfemminista nelle piazze di moltissime città, in Italia e non solo, del 25 Novembre, anche a Perugia si è sentita la necessità di creare un gruppo cittadino, composto di persone pronte e determinate a dare vita ad una nuova realtà che riprendesse in mano le richieste portate nelle piazze.
Nasce l’Assemblea Transfem Pg che ha come scopo quello di combattere la violenza patriarcale, in tutte le sue forme, aggregando in assemblea tante libere soggettività, che hanno attraversato e continuano ad attraversare questo spazio di confronto, al di là delle realtà politiche o associative di provenienza. E forse è stata proprio questa la forza del percorso verso lo sciopero transfemminista dell’8 marzo a Perugia, che ha dato vita ad un corteo potente e rumoroso di centinaia di persone favolose che hanno attraversato le strade della nostra città.
In contemporanea in decine di città di tutto il paese i movimenti transfemministi hanno rivendicato spazio e parola contro la violenza patriarcale, attraversando i luoghi dove si esercita ogni giorno: nelle case e sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei supermercati e nei luoghi di consumo, nelle strade e nelle piazze, in ogni ambito della società.
L’8 marzo è stato sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo, dal lavoro di cura gratuito e malpagato, che pesa soprattutto su donne, lesbiche, froce, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali, su persone povere, anziane, migranti e seconde generazioni, con disabilità.
Il corteo di Perugia è partito davanti all’Ex Consultorio chiuso di via XIV settembre, avvolto da tanti fili rossi e fuxia per evidenziare la progressiva erosione del welfare, la chiusura dei consultori pubblici, lo smantellamento e la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Durante il percorso, tante le azioni messe in atto per denunciare che la violenza patriarcale è un problema sistemico, e come tale deve essere trattata. Davanti al tribunale penale di Perugia le manifestanti dell’assemblea transfemminista hanno messo in scena un flashmob bendate di fuxia e puntando il dito al grido del “el violador eres tu”, per denunciare come nei tribunali le vittime di abusi, molestie, stupri, vengano trattate come se avessero in qualche modo provocato quella violenza, con interrogatori vergognosi, colmi di domande colpevolizzanti e inutili ai fini delle sentenze.
Sulle scalette di Sant’Ercolano una performance con una vistosa bandiera della Palestina, contro la guerra, massima espressione della violenza patriarcale e per chiedere l’immediato cessate il fuoco su Gaza, per fermare il genocidio e l’occupazione coloniale in corso.
Il corteo si è concluso in Piazza Italia, dove lo sciopero ha dato voce a donne dei Centri antiviolenza, a studentǝ, a giovani, a insegnanti e precariə, a mediche, davanti al palazzo della Regione perché scioperare Lotto marzo è anche un atto di opposizione alle politiche della destra locale e globale (familiste, razziste e nazionaliste) che alimentano sfruttamento e violenza.
Grandissima la partecipazione studentesca, dei diversi collettivi che individuano nella scuole e nelle università la riproduzione del sistema patriarcale, e che lavorano quotidianamente per promuovere all’interno del sistema scolastico valori come la parità di genere, l’inclusione e il contrasto alla violenza di genere.
Scioperare contro il patriarcato significa scioperare contro la guerra come espressione massima della violenza patriarcale, e rifiutare le politiche del regime di guerra che si fanno sempre più pervasive, la censura e l’autoritarismo che emergono sempre più evidenti nella nostra società. Ci schieriamo solidali al fianco del popolo palestinese e di Gaza e chiediamo l’immediato cessate il fuoco.
Scioperare contro il patriarcato significa intrecciare le lotte per una trasformazione radicale della società, per questo invitiamo chiunque voglia condividere questo percorso di lotta a prendere parte alla nostra assemblea aperta, che si riunisce ogni mercoledì in Corso Garibaldi 180 dalle 18.30.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo e continueremo a scioperare, con amore e rabbia.