Gli ultimi anni non sono stati propriamente anni di lotte, di grandi movimenti di protesta di piazza e di dissenso diffuso e generalizzato. Gli ultimi autunni non possiamo definirli propriamente “caldi”.
Tuttavia questo non vuol dire che non siano nate e si siano sviluppate esperienze di lotta, resistenza e conflitto.
Una di queste è quella di Caicocci Terra Sociale.
Oggi davanti al tribunale eravamo numerose e numerosi per continuare a sostenere la causa di Caicocci e per ribadire alla Regione che Caicocci non si vende!!!
La storia di Caicocci inizia molto tempo fa: situata sui bellissimi colli del Comune di Umbertide c’è questa tenuta, che rientra nei beni demaniali. La Regione Umbria da subito ne ha fatto un uso privatistico, prima spendendo fondi pubblici per la ristrutturazione e la valorizzazione del posto, soprattutto dei casali e degli impianti sportivi, poi dandola in uso a privati che si sono appropriati di un bene di tutti per il guadagno di pochi (loro e la Regione).
L’area è vastissima e comprende 190 ettari con 17 fabbricati già ristrutturati, stalle, campi da tennis, da calcio, piscine. Dal 2010 questo territorio è nell’abbandono più totale, saccheggiato, privato delle sue potenzialità. Ad esempio le terre coltivabili vivono in uno stato di abbandono anche più lungo, ettari ed ettari di bene comune lasciati all’abbandono, sommersi da rovi e materiale di scarico.
Il comitato ha iniziato la lotta per la riqualificazione e la restituzione di questo bene alla collettività, sottraendolo al degrado e all’abbandono, ridandogli vita, ripulendolo e coltivandolo. È iniziato un lungo lavoro progettuale per sottrarre all’abbandono un bene dalle potenzialità inestimabili.
Come se non bastasse, la Regione Umbria decide di mettere in vendita Caicocci; mettere in vendita, ricordiamo, un bene demaniale, che era già stato sottratto precedentemente per usi privatistici. Ancora speculazione.
È per questo che nel corso del 2014, Caicocci Terra Sociale inizia una “custodia sociale” della tenuta contro “la privatizzazione della terra pubblica e la svendita dei beni comuni, per denunciare l’incuria e il vandalismo dei beni pubblici, per l’utilizzo sociale della terra”.
La Regione Umbria risponde con la denuncia di tre, tra ragazzi e ragazze, che hanno preso parte all’occupazione di Caicocci, con accuse grottesche che vanno dal danneggiamento alla appropriazione indebita a fini speculativi, all’occupazione violenta e clandestina, chiedendo addirittura un risarcimento danni. Da che pulpito ci verrebbe da dire!!! Forse hanno sbagliato destinatar@.
Ma la battaglia del comitato non si è fermata: continua l’occupazione e gli/le occupanti sono sempre più numerosi/e, continuano le attività di rimessa a posto degli stabili, ormai abbandonati e preda di saccheggi; procede la riqualificazione delle terre. Gli appuntamenti settimanali a Caicocci sono molteplici: assemblee, laboratori, corsi di cesteria,ecc.., tutte attività appartenenti a macro aree come l’agricoltura sostenibile, l’ecologia, il rilancio dell’artigianato, energie sostenibili, l’autoproduzione e l’autosostentamento.
Si riparte quindi dalle potenzialità del posto con la partecipazione attiva di tutti e tutte, mettendo in comune idee, conoscenze, progetti.
Esperienze di costruzione del comune come questa vanno messe a valore, sostenute e fatte conoscere, ed è per questo che rilanciamo gli appuntamenti del Comitato con 3 giornate di lavori collettivi il 13, 14 e 15 a Caicocci.
ATTENTI ALLA REGIONE, CAICOCCI NON SI VENDE!