12 Febbraio 2015

LA CITTA’ CHE VOGLIAMO – Parte II

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cittàIl secondo appuntamento del laboratorio cittadino “La Città che vogliamo” si apre ripercorrendo quelli che sono stati i bisogni, le aspirazioni, le mancanze e i desideri emersi dal primo appuntamento. Il percorso volutamente vago del primo incontro aveva fatto emergere l’esigenza di ricreare spazi e luoghi di aggregazione a partire dai quali poter dar vita ad una vera alternativa politica, culturale e sociale rispetto all’imbarbarimento e alla mercificazione dei rapporti sociali. Questo ci ha portato a riflettere su due percorsi paralleli e immediatamente sovrapponibili: da una parte un percorso che riguardi più specificamente la città, rivolto a tutti e a tutte, e che sia in grado di riportare al centro delle pratiche e dei ragionamenti quella voglia di confrontarsi, stare a contatto fisicamente e ripensare la piazza come reale luogo di confronto e dibattito; dall’altro un discorso incentrato sugli spazi di aggregazione, cioè realizzare dei progetti in un luogo fisico e definito. La sfida, si diceva, sta proprio nel ricreare nuove modalità attraverso le quali ripensare la socialità stessa e nel tradurre in pratica quanto detto.

Molte sono state le proposte che sono emerse. Innanzitutto di fronte alle politiche speculative e di privatizzazione che colpiscono non solo il singolo spazio ma creano un vero e proprio sistema di mercificazione dei territori, l’obiettivo è quello di opporsi in maniera più comunicativa possibile, parlando alla città intera attraverso modalità irriverenti e che siano realmente capaci di trasmettere la centralità di tali discorsi.

Accanto a ciò è emersa la volontà di creare una “progettazione condivisa” del centro sociale: partendo dai percorsi già avviati all’interno dello spazio e dalla produzione culturale che in esso viene svolta, l’intento è quello di produrre in maniera partecipata un vero e proprio “modello” di spazio sociale con precise caratteristiche, requisiti ecc. che sia immediatamente alternativa sociale al grigiume della città.

Infine, collante dell’intera discussione, la questione della comunicazione che possiamo articolare su due livelli: il primo riguarda il subdolo attacco ricevuto dal centro sociale da parte della giunta Romizi; di fronte a ciò è di fondamentale importanza “far montare la protesta” attraverso sit-in, azioni di contestazione e momenti radicali di piazza; un secondo e più generale livello riguarda il mettere in gioco nuove forme di linguaggio e nuove narrazioni che favoriscano un maggiore contatto con la società; valorizzare perciò strumenti come il blog/radio “Lautoradio” e creare strumenti comunicativi da riprodurre anche nelle piazze sono passaggi fondamentali.

Lunedì 16 Febbraio al csoa Ex-Mattatoio, ore 21.30, svolgeremo il terzo step del laboratorio “La Città che vogliamo”, consapevoli che la complessità su cui si sta ragionando non si esaurisce in alcune ore di confronto. L’idea è quella di articolare il prossimo incontro in tavoli di lavoro in modo da essere il più operativi possibile. Sono emerse tre macro aree che verranno affrontate:

Progettazione condivisa e produzione culturale

– Iniziative e azioni

– Comunicazione e nuovi linguaggi

Per i prossimi appuntamenti pensiamo che la forma laboratoriale debba fisiologicamente convertirsi in azioni pratiche, eventi, iniziative da sviluppare in città, mettendo a frutto quello che emerso dai vari incontri, dalle varie analisi e dalle molte idee che abbiamo condiviso. Il prossimo passo è REALIZZARE la CITTA’ CHE VOGLIAMO!

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