La città che vogliamo è stato lo slogan con cui in molte e molti abbiamo costruito la partecipata assemblea del 3 dicembre al CSOA Ex Mattatoio. Ed è stata una risposta importante rispetto ai gravi recenti avvenimenti. La messa in vendita dei locali occupati dal C.S.O.A. Ex Mattatoio, la dura repressione subita da Caicocci Terra Sociale, lo sgombero dello Spazio Occupato Porta Rossa sono tutti frutto della stessa politica, una politica che reprime ogni forma di socialità alternativa e intervento politico dal basso.
La tendenza è quella che da anni ormai si ripete nel tempo: con fare vittimistico l’attuale giunta ci mostra il portafogli vuoto cosa che dovrebbe, a detta loro, legittimare la svendita del patrimonio pubblico. E poco importa se questo significherà lasciare per strada tutte quelle associazioni, organizzazioni, ecc che in qualche modo la città la mantengono ancora in vita. Ma la questione non è politica, è una questione di bilancio, dobbiamo fare cassa, dicono. Noi sappiamo che la faccenda è molto più complessa, che se sgomberano un posto “vivo” da 15 anni un motivo ci sarà: un bel centro commerciale magari, (che ben si concilia con la riqualificazione della E45) o più in generale l’ennesimo rimpasto di flussi di capitale. E sappiamo anche che proprio per questo è necessario oggi più che mai rilanciare un forte e incisivo intervento all’interno della città per non finire soffocati.
L’obiettivo non è e non può essere (come si è detto dalle prime battute dell’assemblea) difendere questo luogo piuttosto che un altro, ma è anche vero che è proprio dalle esperienze che ognuno di noi giornalmente vive che dobbiamo ripartire tenendo presente che la sconfitta di uno può rappresentare la sconfitta di tutti così come la vittoria di uno può rappresentare un margine positivo per tutti.
Di sicuro niente verrà fatto passare inosservato. Di fronte ai grandi eventi, alle iniziative di sponsorizzazione, alla cementificazione selvaggia, alle politiche restrittive e securitarie dobbiamo contrapporre la nostra netta opposizione politica e sociale, comunicativa e conflittuale. E’ in quest’ottica che giovedì 11 Dicembre abbiamo contestato il convegno su expo2015 organizzato dall’Università degli Studi di Perugia, e che il 17 Dicembre saremo per l’ennesima volta in piazza al presidio Caicocci Terra Sociale per portare il sostegno di tutti ai/alle compagni/e accusati/e di devastazione. Così come saremo tutti e tutte nelle piazze e nelle strade contro ogni tentativo di attacco.
E’ comune la necessità di continuare a stare tra la gente, sperimentando sempre nuove forme comunicative e iniziando a inchiestare/ci per strutturare un intervento che sia il più possibile incisivo e che parta dalle reali esigenze della gente. La campagna #LaCittàCheVogliamo può essere un modo per far sì che tutte le lotte che ognuno di noi, nella propria specificità, ha avviato vengano percepite effettivamente come un modello alternativo di vita e di fare cultura, socialità e politica.
Ripartiamo dalla città che vogliamo, riprendiamoci gli spazi, creiamone di nuovi.
#LaCittàCheVogliamo