Per la quarta puntata si va in escursione nel punk-rock prodotto a quasi 10mila km dall’Italia: nella lunga e affascinante storia nipponica di band tutte al femminile. Se la domanda è – comprensibilmente – perché? la risposta, piuttosto semplice, è che, a partire da pochi ascolti appassionati di riot grrrl asiatico, sono stata letteralmente risucchiata da un universo di all-female band giapponesi che nemmeno sapevo che esistesse! Ma qui arriva il perché più importante: ovvero perché esiste un universo di all-female band giapponese tanto vasto da contenere anche una nutrita sottocategoria di all-female band punk-rock? E la risposta si fa più complessa. Non parliamo infatti di girl-band o semplici interpreti o cantautrici, ma di gruppi che, ben oltre la scena pop, sono fondati e formati da musiciste che scrivono e performano la propria musica. Un fenomeno piuttosto singolare, un unicum visto da qui, dal momento che siamo abituatx a vedere poche musiciste sui palchi e pochissime band composte da donne (con le eccezioni del pop stile 90s). Sicuramente va considerato un quadro generale di grande diffusione della cultura musicale in Giappone, un riconoscimento e investimento economico (è giapponese la seconda industria musicale al mondo, come giapponesi sono alcune delle maggiori case produttrici di strumenti musicali), un profondo apprezzamento per la musica strumentale e live e una grande attenzione per le nuove proposte. Quella delle all-female band è una fetta di mercato su cui si è voluto investire molto e la presenza di numerosi e validi gruppi di questo tipo (si dice che oltre la scena pop le migliori band giapponesi siano sempre state al femminile) ha portato negli anni ad una loro moltiplicazione, per un fenomeno di emulazione e role model. A livello di immaginario questo significa tanto, soprattutto se guardiamo a generi musicali di norma fortemente male-dominated come il rock, il metal e il punk. Esibirsi e affermarsi in questi contesti considerati “poco femminili” è una grande occasione di contronarrazione, anche parodica e giocosa come in questo caso, della musicista giapponese infantilizzata o erotizzata, e un bell’esercizio di decostruzione della rappresentazione esotica e coloniale della femminilità asiatica sottomessa, delicata, innocente.
Chi sono?
Otoboke Beaver おとぼけビ~バ~ band hardcore-punk-rock del genere riot grrrl nata nel 2009 a Kyoto. Accorinrin (voce e chitarra), Yoyoyoshie (chitarra e voce), Hirochan (basso e voce) and Kahokiss (batteria e voce) si prendono gioco degli stereotipi e dei ruoli di genere con ritmi incalzanti e una tecnica impeccabile. Stile energico, bambinesco a tratti, voci inquietanti ed angeliche al tempo stesso, si divertono e fanno divertire se si riesce a star loro dietro.
Lolita No.18 ロリータ18号 trio basso (Kim*Rin), chitarra (Enazo) e voce (Ishizaka Masayo) – a cui si aggiunge la batteria in un secondo momento – che rimarrà nella storia per aver fondato nel 1989 il movimento punk giapponese di band formate da sole ragazze, destinato ad avere un grande successo. Prima band giapponese a lavorare con Joey Ramone (che ha prodotto il loro album Fubo Love NY nel 1998), ha suonato in Asia, Europa e America ed è ancora in attività.
Gitogito Hustler ギトギトハスラ progetto nato nel 1995 a Kyoto dalle sorelle Yago (voce e chitarra) e Fusa (batteria), con Mitsuko (chitarra) e Tae (chitarra basso) e ancora attivo con numerosi tour negli Stati Uniti. Giocano sul ribaltamento dell’immagine della ragazza innocente, con outfit fatti a mano, voci bambinesche, melodie pop su garage e punk. Nel 2002 hanno fondato una propria etichetta, la Candy Poison.
Saboten サボテン (letteralmente cactus) è un quartetto attivo dal 1981 a Tokyo con formazione chitarra e voce (Satomi Matsumoto), basso e tastiere (Izumi Miyakawa), batterie e percussioni (Atsushi Miyakawa e Ryoko Morisue). Inizialmente affascinate dalla musica di Eric Satie, sperimentano un post-punk minimale e dall’equilibrio precario.
Ex-girl progetto che vede la luce nel 1997 con tre ragazze prive di alcuna esperienza musicale che sostengono di arrivare dal pianeta Kero Kero: Chihiro (chitarra e voce), Fuzuki (batteria e voce) e Kirilo/Kiriola (basso, synth, voce) – l’unica rimasta negli anni, coautrice, insieme al produttore, della maggior parte dei materiali della band. Arrangiamenti avventurosi, un mix di stili vocali e performance live dalle atmosfere surreali e intense per uno space rock a tratti psichedelico, prog, epico, art punk che ha ammaliato Mike Patton e Jello Biafra.
Go! Go! 7188 nasce nel 1998 dall’idea di due teenagers dell’isola di Kyūshū, Yumi “Yuu” Nakashima e Akiko “Akko” Hamada, e rimane in attività fino al 2012. Esprime un garage rock dallo stile fresco, con influenze punk e surf e con riferimenti espliciti all’enka (演歌 genere della canzone popolare giapponese).
TsuShiMaMiRe つしまみれ il nome della band di Chiba è un neologismo che sta a indicare il mix (mamire) tra le tre fondatrici: Tsushima Yayoi (basso), Mari Kono (voce e chitarra), Mizue Masuda (batteria). Attiva tra il 1999 e il 2012 con un punk-rock molto eclettico (pop, ska, noise, rap), caratterizzato anche da melodie vocali dolci in contrasto con voci a volte inquietanti e testi ironici sulla triade tematica cibo/sesso/morte, che sfida spesso l’immagine stereotipata della delicata ragazzina giapponese.
Mummy the Peepshow ritmo incalzante, cantilene infantili e distorsioni caratterizzano il garage punk-noise di questa band di Osaka fondata nel 1994 da Maki “Mummy” Nakamura (chitarra e voce). Negli anni ha visto continui cambi di formazione e nel 2001 ha creato una propria etichetta discografica, la Triangle Records.
Afrirampo あふりらんぽ progetto di Osaka nato nel 2002 da Oni (chitarra e voce) e Pikachu (batteria e voce) che vanta fama internazionale, grazie anche a collaborazioni con Acid Mothers Temple, Yoko Ono, Lightning Bolt, Sonic Youth. Punk-noise dallo stile unico per performatività, spontaneità e improvvisazione, commistione energica di melodie pop, percussioni tribali, suoni gutturali e voci cartoonesche.
AVVERTENZE: la selezione proposta non è antologica, anzi! A fronte di alti numeri di band del genere, a guidare la scelta sono stati il personale gusto e l’affetto. Si invita chi ne sapesse di più o volesse condividere info e ascolti a farlo: suggerimenti e smentite sono sempre graditi.
Escursioni musicali – suoni al margine a cura di Bartok
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