Condividiamo l’appello del Circolo Island per la manifestazione che si terrà l’11 febbraio.
La manifestazione, ricordiamo, nasce a seguito della notifica di sfratto ai danni del circolo, manovra in linea con l’attuale tendenza dell’amministrazione di privare la città di qualsiasi esperienza di aggregazione e socialità dal basso.
Di seguito il comunicato.
“Vogliamo ringraziare tutti e tutte per la partecipazione e la solidarietà che è stata espressa attraverso le assemblee e i social network. In tanti, gruppi, associazioni, singolarità hanno inviato comunicati, firmato la petizione on line, condiviso sui social i nostri appelli. In tanti hanno partecipato alle assemblee proponendo nuove iniziative musicali, nuovi laboratori teatrali, nuovi workshop e mostre.
La reazione espressa ci dimostra che esiste una città solidale, c’è una rete di solidarietà viva, c’è il bisogno di tornare ad esperienze di partecipazione ed auto-organizzazione sociale per trasformare una città che è governata contro i nostri bisogni.
La risposta allo sfratto notificato al Circolo Arci Island deve essere una risposta costruttiva in grado di creare insieme una potenza collettiva, un modo diverso di abitare il mondo attraverso un modello culturale e sociale dal basso.
La questione di quale città vogliamo non può essere separata da altre questioni: che tipo di persone vogliamo essere, che rapporti sociali cerchiamo, che relazione vogliamo intrecciare con la natura, che stile di vita desideriamo, che valori estetici riteniamo nostri.
Molte volte ascoltiamo inviti a “riprendersi Perugia”: questo per noi non significa né cacciare gli “stranieri” né militarizzare il territorio. Riprendersi la Città vuol dire ricominciare a vivere i suoi luoghi collettivi, uscire di nuovo per strada, smettere di rifugiarsi nei centri commerciali. Si tratta di riappropriarsi e di reinventare collettivamente gli spazi urbani, trasformandoli in incubatori di pratiche solidali e non mercificate ed è in questo senso che abbiamo deciso tutti e tutte insieme di rilanciare la mobilitazione.
Cominceremo scendendo in piazza sabato 11 Febbraio p.v. con un corteo che partirà dalla sede del Circolo Island in Via Magno Magnini e percorrerà le strade del quartiere di Madonna Alta fino ad arrivare alla stazione di Fontivegge: quelle zone che l’amministrazione ci indica come degradate e da riqualificare attraverso investimenti di milioni di euro che renderanno la città più “vivibile” e “decorosa”. Vogliamo dimostrare che non ci sono zone da riqualificare, ma solo la volontà di emarginare sempre di più una fetta di cittadinanza che, per le proprie caratteristiche, non merita nemmeno di gravitare intorno al centro storico della città e che dovrà spostarsi sempre di più in periferia per lasciar spazio alla città smart, quella fatta su misura per chi se la può permettere.
Intendiamo perciò appellarci a tutte le realtà che ci hanno mostrato sostegno in questi giorni ed a tutte quelle persone che credono ci sia una città migliore di quella fatta di cemento e speculazioni, da potere costruire tutte e tutti insieme.
Chi volesse dare il proprio contributo per l’organizzazione della giornata di manifestazione pubblica è invitato all’ assemblea organizzativa del Lunedi. Uniti siamo tutto, divisi siam canaglia!“
Il Centro Sociale Ex Mattatoio risponde al ricatto della giunta comunale
Dopo sedici anni di attività politica e sociale svolta in città, il Centro Sociale Ex Mattatoio si ritrova ad affrontare uno sgombero per volontà dell’amministrazione comunale. E’ una storia lunga quella del centro sociale, nata nel 2000 con la bellissima esperienza di occupazione della “Scoletta”, un’occupazione vissuta, partecipata, in cui tanti e tante hanno messo in condivisione esperienze, saperi, lotte e socialità alternativa.
L’impatto sulla città è stato talmente significativo che l’amministrazione comunale di allora non ha potuto che prenderne atto con l’assegnazione dello spazio dell’ Ex Mattatoio di Ponte San Giovanni a* occupant*. Sono seguiti anni di iniziative politiche, culturali, laboratori, produzione di musica indipendente, socialità non mercificata e liberata. Questa non è che una minima parte di come in questi anni abbiamo praticato la nostra idea di società meticcia, femminista, queer e antifascista.
Con l’arrivo della giunta Romizi, la già annunciata minaccia di sgombero si è tradotta in una vera e propria ingiunzione alla quale abbiamo risposto con numerose e partecipate iniziative in città. Ne è nata una trattativa che si è rivelata essere un vero e proprio ricatto.
Se, infatti, sull’intero mondo dell’associazionismo piovono richieste d’affitti per poter conservare gli spazi già assegnati, solo sull’Ex Mattatoio grava la scure di un pagamento retroattivo che ammonta a 21.000 euro. È a dir poco paradossale che una generazione di attivist* e di precar* si trovi adesso indebitata con questa amministrazione comunale per avere svolto, a titolo gratuito, una quantità di lavoro sociale e culturale, sottraendo uno spazio all’abbandono ed ai topi. Questa è la risposta di una nuova classe politica “affamata” e bramosa di entrare nel business della gestione amministrativa della città e del suo patrimonio immobiliare. Attraverso le retoriche del “Pareggio di bilancio” e “trasparenza” si vuole in realtà imporre una riorganizzazione disciplinare dell’intero spazio produttivo urbano. D’altra parte l’indebitamento è al centro di un rapporto di potere in cui l’attuale capitalismo cattura il valore espresso dall’intero corpo sociale, dalla vita delle persone e dalla loro cooperazione produttiva.
Quella di questa amministrazione non è altro che arroganza da usurai, al loro becero tentativo di cancellare da questa città ogni forma di organizzazione dal basso e riappropriazione risponderemo con la nostra costante presenza. Non e’ chiudendo quattro mura che ci fermeranno, saremo nelle strade e nelle piazze con assemblee, incontri fuori norma, favolose e indecorose iniziative.
SAREMO OVUNQUE in città per augurare alla giunta un NATALE ANTI AUSTERITY e un NUOVO ANNO RIBELLE.
COME PRIMA
PIU’ DI PRIMA
LOTTERO’
Centro Sociale Ex Mattatoio
…to be continued
Report WORKSHOP FORMAZIONE 19/11/2016
L’obiettivo di questo workshop era quello di indagare le relazioni tra il sistema educativo e la città alla luce dei recenti cambiamenti avvenuti sia nel campo dell’istruzione con le varie riforme scolastiche succedutesi negli anni, sia nella città con le recenti e tutt’ora in corso politiche di ristrutturazione urbana e di contrasto al degrado.
Siamo partiti cercando di individuare dei temi che potessero rappresentare dei simboli di questi cambiamenti e sono venuti fuori due macro temi:
– Il diritto all’istruzione
– Il rifiuto dell’alternanza scuola/lavoro
Il diritto all’istruzione inteso come rivendicazione del diritto ad una scuola di qualità di tutte e tutti e per tutte e tutti, cosa che sta venendo meno. Due fenomeni ne sono la chiara rappresentazione, il fatto che oggi a Perugia il sistema scolastico sia fortemente classista e con una struttura piramidale, dove in cima vi è il liceo classico e i due licei scientifici, poi un gradino al di sotto gli istituti tecnici, in basso gli istituti professionali e poi chi esce dal sistema scolastico a 15 anni per le scuole di formazione e per contratti da apprendistato. Questa è la conseguenza di politiche e normative nazionali che hanno avuto nel nostro territorio molte esperienze apripista. In questo modo non solo le scuole superiori ri-creano e consolidano le diseguaglianze sociali, ma viene di fatto impedita una mobilità tra scuole che non sia quella discendente, ad esempio non mi trovo bene al liceo, vado ad un istituto di vario tipo ma non avviene mai il contrario. Cosa succede però se chi vuole cambiare scuola si trova nell’ultima fascia, quella degli istituti professionali? Qui entra in gioco il secondo fenomeno, quello della dispersione scolastica e il suo apparente contrasto tramite il finanziamento pubblico ad un sistema di educazione privata sotto forma di formazione professionale che si sostituisce all’istruzione. Inoltre attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro con contratti di apprendistato si certifica un completamento del percorso di studi (l’obbligo di istruzione termina a 15 anni e rimane solo l’obbligo di formazione fino a 18 anni o un contratto di apprendistato), in realtà tutto ciò non contrasta né il fenomeno della dispersione scolastica né garantisce il diritto all’istruzione, ma solo modifica le statistiche che vedono l’Italia tra i primi posti per la dispersione scolastica.
Il secondo tema affrontato, strettamente legato al primo, riguarda l’alternanza scuola/lavoro come si sta modificando alla luce della legge 107 (la buona s..ola) e andando più a fondo tramite le esperienze vissute dagli studenti presenti, si è voluto mettere in evidenza l’inutilità e la pericolosità di questo dispositivo, in quanto non rientra minimamente nemmeno nel percorso educativo di formazione. Dai racconti delle esperienze vissute è emerso che, nel migliore dei casi risulta tempo sprecato ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di un vero e proprio sfruttamento di lavoro gratuito mascherato da formazione, e che ben altri sarebbero i cambiamenti desiderati dagli studenti e dalle studentesse come un diverso percorso di studi, una maggiore attenzione ai programmi e alle materie, fino ad arrivare ad una vera e propria riforma del ciclo di studi secondario con un maggiore allenamento al sapere critico e alla capacità di leggere il mondo con la propria testa.
Un pensiero comune che è venuto fuori da questa prima parte e che è rimasto sempre ben chiaro a tutti e tutte è quello di una scuola non chiusa in se stessa, ma che si apra alla società, e ovviamente anche alla città, al fine di creare un sistema di scambio continuo. Un cambiamento della società deve portare ad un cambiamento del sistema educativo e viceversa. In questa direzione è emersa la mancanza, per tutti/e gli/le studenti/esse delle superiori della città, di spazi cittadini dove poter fare sia le assemblee di Istituto che attività che possano coinvolgere e garantire una partecipazione ampia.
Nell’ultima parte abbiamo cercato di individuare delle possibili linee d’azione e intervento.
Riflettere ed individuare spazi di comunicazione scuola/città, spazi fuori dalle scuole, di partecipazione attiva e di protagonismo de* student* |
Spazi aperti dove confrontarsi tra studenti liberamente e tra studenti e città. |
Indagare sulla reale dispersione scolastica nella nostra città. |
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Indagare sui costi e sui finanziamenti erogati agli enti di formazione della città riconosciuti come abilitati a far assolvere l’obbligo educativo. |
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Indagare sui finanziamenti o sgravi fiscali alle imprese del territorio per i contratti di apprendistato che figurano come contributi per favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico nella provincia di Perugia. |
Realizzare inchieste che vadano in questa direzione. |