Sonico Blog | Afterhours “Hai Paura Del Buio (reloaded)”
Afterhours “Hai Paura Del Buio? – Special Edition”
2014 (Universal) | alt-rock
Gli Afterhours scelgono di festeggiare il diciassettesimo compleanno dell’album più significativo della loro carriera: “Hai Paura Del Buio”. Lo fanno con un’edizione speciale che comprende il remaster dell’opera e un “reloaded” dove artisti di estrazioni diverse ne reinterpretano i pezzi. Qui si parte con l’intro/title track dove il nipponico Damo Suzuki reinventa il noise della versione originale infarcendola di un soliloquio parlato in stile Tom Waits. E’ il turno di “1.9.9.6.” dove un perbenista Edoardo Bennato evita il turpiloquio blasfemo dei primi versi sostituendoli con altri suoi che sanno un po’ di autocelebrazione e che a mio avviso snaturano abbondantemente il pezzo che viene replicato senza particolari novità. “Male Di Miele” viene affidata agli Afghan Wigs che sfoderano un interessante arrangiamento con particolari tinte elettroniche senza esagerazioni o squilibri. La strana coppia Afterhours – Negramaro riedita la stupenda “Rapace” senza riuscire però a stupire, affidando allo standard vocale di Giuliano Sangiorgi parti che risultano monotone e forzate. Il primo sprazzo di indie italiano lo si ha con i romani Luminal che però rendono irriconoscibile l’irruenta “Elymania” stravolgendone completamente la struttura del pezzo affogandolo in suoni e ritmiche poco appropriati. Si torna ad un ospite straniero, Mark Lanegan, con una piacevole ma poco incisiva versione di Pelle dove si cambia veramente poco. Potente e diretta la reinterpretazione di “Dea” da parte del Teatro Degli Orrori che la fanno completamente loro e la esaltano con i parlati deliranti di Pierpaolo Capovilla. Dolce e riflessiva “Senza Finestra” riproposta da Joan Wasser meglio nota come Joan as Policewoman che arrangia bene e ben duetta in alcune parti con Manuel Agnelli. Un’ottima accoppiata risulta quella formata da Der Maurer e Le Luci Della Centrale Elettrica che propongono un’azzeccata versione “orchestrale” di “Simbiosi”. Senza infamia e senza lode risulta la proposta di Samuel Romano dei Subsonica su una troppo ricopiata “Voglio Una Pelle Splendida” alla quale non viene fatto nessun ritocco importante. John Parish riadatta magistralmente “Terrorswing” esaltata da chitarre acide, trombone e atmosfere blues. “Lasciami Leccare L’Adrenalina” viene affidata ad Eugenio Finardi che altera il testo in alcune sue parti e che comunque non risulta molto convincente nel nuovo arrangiamento del pezzo. La vera e propria sorpresa di questo progetto è rappresentata dai Bachi Da Pietra che fanno rinascere “Punto G” con un nuovo vestito noir lasciando spazio anche a buone incursioni vocali di Agnelli. Bella e graffiante la “Veleno” qui proposta da Nic Cester che la incattivisce portando la voce all’estremo. Dolce e quasi onirica la versione di “Come Vorrei” del britannico Piers Faccini che ben duetta con il frontman degli Afterhours. Fuzz Orchestra e Vincenzo Vasi affidano la riedizione di “Questo Pazzo Pazzo Mondo Di Tasse” a sonorità troppo Mike Patton/Phantomas che risultano largamente forzate. L’estro e la maestria degli ormai noti Marta Sui Tubi riformulano una splendida “Musicista Contabile” alternando stop & go roccheggianti a rilassate pause con piano e violini. Ai giovani Ministri viene affidata “Sui Giovani D’Oggi Ci Scatarro Su” che ripropongono con una buona attitude punk rendendola potente al punto giusto. Rachele Bastreghi duetta con Agnelli in una “Mi Trovo Nuovo” dal vestito piacevolmente elettronico dove i sinth la fanno da padrone. E adesso la proposta di Cristina Donà e Robert Wyatt che danno maggiore armonia ad una già splendida “Televisione” con piccole ma significative trovate sperimentali. Il disco si conclude con un bis: “Male Di Miele” reinterpretata da Piero Pelù che insieme ai nostri ricalca un po’ troppo la versione originale. In conclusione, il disco alterna prestazioni ed accoppiate molto interessanti a matrimoni azzardati che mal celebrano una delle opere più importanti del rock italiano degli ultimi 20 anni.
D.o.C.