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23 Febbraio 2014

Presentazione Ya Basta! Perugia

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yabastapg_logoL’associazione YA BASTA! Perugia nasce nell’ottobre del 2011 dalla volontà di ragazzi e ragazze laureatisi presso l’Università di Perugia, di non disperdere il patrimonio di saperi, relazioni e capacità gestionali appreso negli anni di studio.

Le diverse esperienze professionali acquisite, integrate con i percorsi informali di anni di attività nel territorio, ci hanno portato alla costituzione di un’associazione di promozione sociale capace di garantire la centralità della modalità cooperativa nel nostro agire.

Le motivazioni ed i principi che ci hanno portato alla creazione dell’associazione sono:

  1. promuovere pratiche e realizzare interventi per la difesa e la gestione partecipata dei beni comuni;

  2. realizzare e sviluppare un’efficace azione di empowerment per rimuovere gli ostacoli formali e informali che impediscono lo sviluppo delle potenzialità individuali e collettive;

  3. sostenere il commercio equo e solidale come forma di cooperazione per realizzare scambi commerciali con produttori partners che valorizzino produzioni a basso impatto, saperi e culture dei territori, in una dimensione locale e internazionale;

  4. attraverso il dialogo interculturale, promuovere pratiche che mirino al pieno inserimento dei migranti nel tessuto sociale, politico e culturale del territorio e sostenere percorsi per l’affermazione dei nuovi diritti di cittadinanza;

 

18 Febbraio 2014

DALLA PARTE DELLA STRADA

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L’ “Unità di strada Cabiria” nasce tra il 1997/1998 come progetto, promosso da Arcisolidarietà Ora d’Aria Perugia e finalizzato alla prevenzione e alla riduzione del danno dell’HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili tra le prostitute immigrate. Approvato e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dip. Affari Sociali), il progetto si è avvalso della collaborazione dell’ASL n. 2, del Comune di Perugia, della Regione dell’Umbria, ed è stato inserito all’interno di una rete costituita da enti ed associazioni che si occupano di questioni relative all’immigrazione (sindacati, associazioni degli immigrati, cooperative sociali, servizio ASL per immigrati).

Il progetto concretizzò la fase operativa dopo il corso di formazione per Operatori ed Operatrici di Strada “Prevenzione e riduzione del danno delle malattie sessualmente trasmesse” durato 4 mesi.

Negli anni a seguire, l’attività dell’unità di strada è proseguita monitorando il fenomeno della prostituzione in continua trasformazione, anche se ogni anno si ripresenta il rischio che il progetto non venga rifinanziato.

Attualmente l’attività dell’unità di strada “Cabiria è parte del progetto “NonSiTratta” (art. 13 della L. N. n. 228/2003, concernente misure contro la tratta di esseri umani), in rete con il progetto “Fuori dal Labirinto” (nell’ambito dei programmi di assistenza ed integrazione sociale previsti dall’art. 18 del D.Lgs. 286/98) di cui è capofila la regione dell’Umbria; nello specifico l’unità di strada di Arcisolidarietà si occupa di:

–          mappatura e rilevazione del fenomeno della prostituzione in strada e indoor;

–          attività di primo contatto, secondo una politica di “riduzione del danno”, di persone prostitute donne e transessuali, fornendo informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale, sulla salute in generale e sulla normativa in materia di immigrazione e prostituzione nel nostro Paese;

–          attività di mediazione sociale;

–           sperimentazione di azioni volte all’emersione dello sfruttamento sessuale indoor, mediante l’analisi degli annunci sui mezzi di comunicazione locali e il contatto telefonico.

Le operatrici si muovono per le strade del territorio umbro, con particolare riferimento alle zone di Perugia, Terni, Gubbio, Camporeggiano, Pantano, Todi e Spoleto contattando le donne e le transessuali che esercitano la prostituzione outdoor.

Il primo contatto che si ha con i/le sex-workers avviene tramite la distribuzione di preservativi e una presentazione generale del servizio, si lascia quindi un volantino informativo in lingua con il numero telefonico di riferimento dell’unità di strada. Per chi li desidera, si offre una bevanda o uno snack. Le operatrici cercano di instaurare con le persone incontrate un rapporto di fiducia e di confidenza tali da permettere di raccogliere informazioni sul loro vissuto, di promuovere la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e dei comportamenti a rischio, il sesso sicuro e la contraccezione, di far conoscere le modalità di trasmissione delle MTS (malattie a trasmissione sessuale), dell’HIV, e le problematiche relative alla gravidanza e al parto o all’interruzione volontaria di gravidanza; pertanto, forniscono anche indicazioni sui servizi del territorio ai quali potersi rivolgere. Si punta a stabilire relazioni significative che, sollecitando la domanda di tutela della salute, rendano naturale l’invito a rivolgersi al medico per controlli, analisi, visite generali e specialistiche.

Quando si ravvisa una situazione di ipotetica tratta o grave sfruttamento si effettua un colloquio di counselling che indirizza la persona al Numero Verde Antitratta 800290290 o direttamente agli operatori/operatrici art.13 e art.18 sul territorio.

Ove necessario e/o richiesto, le operatrici distribuiscono alle sex-workers anche depliant informativi: il manuale di orientamento alla salute e ai servizi della città di Perugia “Stare in salute”, fotocopie di ordinanze comunali relative al lavoro di prostituzione in strada e testi legislativi relativi a norme sull’immigrazione.

Le informazioni delle operatrici di Arcisolidarietà Ora d’Aria sono finalizzate alla promozione della capacità da parte delle persone che incontrano di gestire la sfera della propria salute, alla responsabilizzazione verso la cura del proprio corpo e al contenimento dei rischi legati all’attività prostitutiva, nell’ottica dell’auto-tutela e dell’empowerment.

Durante le uscite in strada le operatrici prendono nota delle presenze compilando una griglia i cui dati verranno elaborati nelle relazioni trimestrali.

A scadenze regolari l’équipe effettua anche uscite di mappatura sia diurne che notturne, al fine di monitorare la trasformazione del fenomeno della prostituzione su strada, anche dietro segnalazioni della cittadinanza e delle stesse sex-workers.

Attualmente l’intera équipe dell’Unità di Strada Cabiria è composta da 5 operatrici e una coordinatrice. Di norma, prendono parte alle uscite notturne e diurne 2-3 operatrici, che percorrono le strade interessate dal fenomeno della prostituzione outdoor a bordo di un’autovettura riconoscibile.

L’accompagnamento ai servizi sanitari del territorio è un altro momento centrale del lavoro dell’unità di strada. Per chi è interessato all’accompagnamento diurno presso un servizio sanitario, si prende il nominativo e il numero di telefono, in vista di un appuntamento che di norma viene concordato per telefono, nel corso della riunione di équipe.

Nella fase dell’accompagnamento, l’operatrice accompagna la singola utente. Durante l’accompagnamento ai servizi sanitari il rapporto è uno a uno: questa è l’occasione per approfondire la conoscenza reciproca e cercare di capire a fondo le condizioni in cui la persona si trova a vivere la sua condizione, cogliendo eventuali disagi o situazioni di pericolo. In questo ambito le operatrici dell’unità di strada sono tenute a dare, in casi attentamente vagliati insieme, informazioni sulle possibilità di fuoriuscita dal mondo della prostituzione tramite l’attivazione di programmi di protezione sociale di competenza degli altri segmenti del sistema anti-tratta coordinato dalla Regione Umbria.

Gli accompagnamenti più frequenti sono all’Ambulatorio Immigrati di via XIV settembre, dove viene effettuato il test HIV e vengono prescritte le analisi generali; alla Asl di piazzale Europa, per le analisi e l’emissione del tesserino STP (Stranieri Temporaneamente Presenti); ai consultori di Ellera o Madonna Alta per le visite ginecologiche. Si effettuano anche accompagnamenti abbastanza frequenti al day hospital di malattie infettive, al day hospital di ginecologia, all’ambulatorio di tisio-pneumologia, dal dentista o dal dermatologo. Dopo la prima fase dell’accompagnamento le operatrici di Cabiria puntano a sviluppare l’autonomia dei soggetti, che diventano in grado di muoversi da soli.

Di base si lavora con un metodo di osservazione, ascolto, contatto; ma è durante gli accompagnamenti che si sviluppano colloqui di approfondimento.

L’équipe al completo si incontra una volta a settimana per pianificare l’attività di uscite, mappatura e accompagnamento ai servizi socio-sanitari. In équipe si approfondiscono i singoli casi incontrati sia in strada che durante gli accompagnamenti.

Quando possibile, si cerca di lavorare per un coordinamento esterno in un’ottica di lavoro di rete con gli altri attori del progetto e dei servizi con cui si entra in contatto, e di svolgere azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza.

Prima dell’istituzione del tesserino sanitario per stranieri temporaneamente presenti (STP), Cabiria rappresentava l’unica possibilità di accesso al sistema sanitario per le straniere irregolari perlopiù extracomunitarie che lavoravano in strada. Attualmente si lavora soprattutto con il tesserino STP, che di fatto inscrive la persona irregolare nel sistema sanitario nazionale, assegnandole, per esempio, anche il medico di base, strumento fondamentale di inclusione sociale.

Il codice STP, difatti, è rivolto agli/alle stranieri/e extracomunitari temporaneamente presenti, che non essendo in regola con il permesso di soggiorno non sono iscrivibili al Servizio Sanitario Nazionale. A costoro la legge assicura le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, a parità di condizioni con il cittadino italiano per quanto riguarda le quote di partecipazione alla spesa (ticket).

E’ qui che emerge una delle maggiori difficoltà che l’unità di strada Cabiria si trova ad affrontare, in seguito sia alle trasformazioni del fenomeno della prostituzione che all’allargamento dell’Unione Europea, che ha fatto sì che intere categorie di persone in precedenza irregolari diventassero neocomunitarie. La quasi totalità delle donne neocomunitarie (la maggior parte romene, ma anche bulgare o polacche), infatti, non risulta assistita dagli Stati di provenienza e non ha i requisiti per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. La Regione Umbria non prevede in questi casi il rilascio di un tesserino come quello STP per gli/le extracomunitari/e, il che comporta problemi per assicurare loro la tutela della maternità, l’interruzione volontaria di gravidanza, la diagnosi e la cura delle malattie infettive, un medico di base e il pediatra ai/alle loro figli/e, ovvero l’accesso gratuito, o comunque a parità di condizioni con il cittadino italiano per quanto riguarda le quote di partecipazione alla spesa (ticket), alle prestazioni sanitarie essenziali.

11 Febbraio 2014

PAUSE.PLAY REC.

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<<Pause.play.rec.>>

SIAMO IN ONDA!


L’ immaginiamo un po così, in quel del
C.S.O.A.Ex Mattatoio di Perugia, l’inizio della “puntata zero” de LAUTORADIO. L’ immaginiamo ancora, ma sappiamo benissimo che sarà un percorso collettivo impegnativo, un lavoro che vedrà la partecipazione di tanti. Sappiamo benissimo anche, di avere tra le mani un mezzo di comunicazione “reale e virtuale” capace di sfruttare i canali multimediali per dare voce a molti.

Uno strumento per prendere parola, per prendere posizione.

E mentre continuiamo ad immaginarlo, ecco che il tutto prende forma, che tutto diventa più reale, più chiaro, più nitido. Vite su vite, bullone su bullone, pannello su pannello.

E allora vale la pena raccontarvi questa storia, almeno fino a questo punto. Alza il volume!

Sono passati già un po di mesi da quando, all’ombra delle palme del centro sociale Zona 22 (S.Vito Chietino) durante il campeggio, l’assemblea discuteva sulla volontà d’intraprendere un percorso politico comune che:<< mettesse in evidenza la riproduzione delle pratiche web-radiofoniche come strumento di aggregazione, di narrazione delle lotte, di messa in condivisione dei saperi e delle capacità di autoformazione. >>

A quell’assemblea c’eravamo e abbiamo scelto di “starci dentro” per davvero.

Starci dentro perchè, anche qui a Perugia, si sentiva da tempo il bisogno di aprire un progetto web-radiofonico libero dalle logiche dell’industria musicale, libero di esprimere dissenso, capace di aprire vertenze e di determinare un’alternativa reale al sistema dell’informazione, sempre più corrotto e manipolato.

Cosi che a settembre, con l’estate alle spalle e il centro sociale Ex Colorificio di Pisa che apriva i cancelli per “Common Properties”(tre giorni di iniziative,seminari e tavoli di lavoro sui temi della proprietà e del comune), presenti al tavolo di “Proprietà e Saperi”, abbiamo riportato il punto di vista di una piccola realtà come quella perugina. Il confronto e la discussione collettiva hanno fatto il resto. Hanno individuato << la volontà di proseguire il percorso inerente la costruzione di un network radiofonico, e la necessità di discutere tematiche come il diritto d’autore e il monopolio della SIAE.>>

Un percorso politico che nasce quindi dal basso e parte dai centri sociali; che vede partecipare le realtà web-radiofoniche che questi spazi, liberati e restituiti alle città, sono stati in grado di costruire. Un percorso che si propone nell’ottica della riappropriazione dei saperi, degli spazi e del welfare.

Il nodo di una rete, il punto d’ incontro, lo spazio di confronto e di agire comune.

Il mezzo: un network radiofonico che funzioni da altoparlante, che amplifichi la voce delle resistenze territoriali, delle lotte sociali, delle richieste di diritti, raggiungendo anche le più piccole realtà.

In questo senso ci viene immediato pensare alla riproduzione di questo modello sul territorio in cui viviamo.

È così che Lautoradio viene pensata. Un progetto che coinvolge tante persone (singoli,associazioni e collettivi) che a Perugia vivono, lavorano, studiano, svolgono funzione sociale, politica e associativa. Un progetto che non si prefigga un punto di arrivo, ma che, tramite la partecipazione attiva e collettiva ,sia in “divenire”.

Un progetto dove l’idea di redazione venga ribaltata e pensata come amplia e condivisa; dove <<tutt* debbano saper fare tutto>>.

Lautoradio si struttura in primis come “aggregatore di blog” ( lautoradio.com ), cioè un luogo virtuale dove far defluire le notizie, le informazioni,le iniziative che le singole realtà perugine portano avanti nei loro percorsi. Il tutto arricchito dall’aspetto “transmediale” consistente nella produzione e messa in condivisione sui social di testi, immagini e video per permettere una più semplice comprensione e diffusione delle informazioni. La caratteristica transmediale si amplia con il passaggio al secondo step: registrazione e trasmissione web-radiofonica.

Grazie anche e sopratutto, alla disponibilità di Radiosonar.net (web-radio romana) di condividere inizialmente il proprio palinsesto, Lautoradio muoverà i primi passi in questo verso, in attesa di acquisire quelle capacità che ci permetterebbero di lavorare in completa autonomia.

Lo spazio virtuale e il lavoro reale collettivo; la necessità e l’esigenza di prendere posizione; la volontà di mettersi in gioco per inventare il futuro.

Lautoradio, il nome TUTTOATTACCATO, vuole stimolare alle menti quella condizione (lauto) di ricchezza sociale, culturale e politica di cui siamo impregnat* così come i territori che viviamo; quella condizione di abbondanza di idee e cospicua necessità d’informazione libera che sentiamo.

Condizioni necessarie per aprire un percorso alternativo e di dissenso comune che parta dalla socializzazione delle conoscenze, delle esperienze, dei saperi, e che valorizzi le pluralità offerte.

La progettualità de Lautoradio prevede,oltre la costruzione e la messa in funzione dello studio negli spazi del C.S.O.A. Ex Mattatoio, anche delle lezioni di autoformazione sulla gestione del sito e sull’aspetto tecnico “in radio”, logicamente aperte a tutt*.

Parallelamente, come “Lautoradio.Alt(r)e Frequenze”, siamo in corsa per il bando Forme Creative del comune di Pg che stanzia finanziamenti fino ad un massimo di 1500 euro per progetti de* giovani e rivolti a* giovani. In attesa di risultati.

Con la speranza che esperienze di integrazione, partecipazione e autorganizzazione come questa possano nascere ovunque, che le persone tornino ad occuparsi della collettività che ci circonda, e con la consapevolezza di essere in un momento storico in cui non possiamo permetterci ne di stare in silenzio, ne di abbassare la voce…siamo ostinati nel dire

<<ALZA IL VOLUME!>>

Manu

6 Febbraio 2014

CARTA DI LAMPEDUSA: PORTA APERTA SUL MONDO

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In attesa di partire per Lampedusa eravamo già consapevoli di star prendendo parte a qualcosa di estremamente significativo e ritornate dall’Isola possiamo affermare che, non solo le prime sensazioni erano giuste, ma che quello che abbiamo vissuto e contribuito a creare supera le nostre aspettative.

L’entusiasmo che ha caratterizzato la realizzazione della Carta di Lampedusa lo abbiamo visto già dalle prime web conference, dalla partecipazione attiva e costante di diverse realtà anche nei lavori preparativi, dall’animato dibattito nella mailing list.

Sull’isola tutto è diventato più reale. Partendo dalla grande partecipazione numerica, abbiamo visto convergere realtà diverse tra loro: dalle realtà di movimento ad associazioni varie, da sigle sindacali a organizzazioni non governative, ma soprattutto tante singolarità provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo e dall’Europa arrivate sull’isola per dare il proprio contributo e prendere parte al processo di costruzione della Carta.

La grande ricchezza della Carta di Lampedusa sta nell’essere il risultato di un processo realizzato dal basso, dalla partecipazione attiva e diretta di tutti e tutte. La sfida è mettere a valore i contenuti della carta, rendendoli, così, concreti e praticabili.

Lampedusa ha innescato un percorso che deve coinvolgere realtà nuove, che si deve estendere al nord e a sud dell’Europa, che deve vedere tutti e tutte partecipi nel rendere reali i diritti di cittadinanza, che non sono solo diritti dei e delle migranti, ma sono diritti di tutti e tutte noi.

Nella Carta si parla di libertà di movimento, libertà di scelta, libertà di restare, libertà di costruzione e realizzazione del proprio progetto di vita in caso di necessità di movimento, libertà personale e libertà di resistere. Si apre a nuove forme di cittadinanza legate alla residenza e quindi a tutta una serie di tutele che ne derivano, dal diritto all’istruzione, alla cultura, alla salute, al lavoro, all’abitare, alla partecipazione alla vita sociale e politica. Si parla di aprire le frontiere, di un nuovo modello di accoglienza, ma soprattutto di un nuovo diritto di asilo europeo, che supera Dublino e che prevede la reale libertà, da parte di chi arriva, di scegliere dove andare e che garantisce uniformità dei livelli di trattamento da parte di tutti gli Stati.

Fondamento alla base dell’intero processo è la definitiva e immediata chiusura dei centri di identificazione ed espulsione e l’abolizione di qualunque altra forma di detenzione amministrativa.

Siamo fortemente convinte delle enormi possibilità che la Carta di Lampedusa apre, anche in territori come quello umbro dove da anni le istituzioni portano avanti politiche securitarie e razziste, rendendosi, inoltre, protagoniste di numerosi rimpatri forzati effettuati dall’aeroporto di San’Egidio, il cui utilizzo come base Frontex è stato oggetto di campagna elettorale da parte del Sindaco di Perugia.

Tante sono le proposte emerse dall’assemblea conclusiva su come procedere da qui in avanti e tante altre da inventare, introducendo percorsi di lotta, al fine di rendere concreto quanto è emerso dal confronto e l’incontro di questi mesi.

Impariamo da Lampedusa che nonostante le diversità, sono i punti in comune che dobbiamo mettere a valore nel processo che la Carta ha solo innescato.

5 Febbraio 2014

Anna Grazia e Sara

LA CARTA DI LAMPEDUSA

http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa-18912.html#.UvKYZBB5Mgd

Aderisci e sottoscrivi la Carta di Lampedusa

1 Febbraio 2014

CARTA DI LAMPEDUSA – prima giornata

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porta di lampedusa

Gia’ dall’arrivo in aeroporto a Lampedusa siamo state contagiate dall’atmosfera di entusiasmo e grandi aspettative rispetto alla tre giorni che sta per iniziare.

Gli/le isolani/e hanno dimostrato da subito un coinvolgimento attivo e sentito. L’accoglienza e’ stata calorosa, e non era scontato che lo fosse.

Già dal primo incontro, nonostante le difficoltà logistiche, eravamo numerosi/e e entusiasti: la sala non ci conteneva!

Dopo la presentazione introduttiva di inizio lavori, la giornata di oggi e’ stata dedicata alla conoscenza e allo scambio reciproco di opinioni e riflessioni delle varie realtà’ arrivate sull’isola dalle varie parti d’Italia e d’Europa.

I punti condivisi da tutti/e sono e resteranno quelli che sono alla base della costruzione della carta di Lampedusa stessa:

libertà di circolazione,

– chiusura dei CIE,

tutela dei diritti di tutti/e,

costruzione di un percorso comune che risignifichi lo spazio euromediterraneo.

Gia’ dal primo intervento del sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, e’ emersa la volontà che l’isola diventi un modello di nuova accoglienza e che da qui inizi un percorso comune che prosegua, a tappe, e che non resti ancorato a discorsi territoriali, ma che si allarghi ad un discorso europeo comune, costruito dal basso.

Il desiderio che questa tre giorni sia un punto di inizio e’ stato condiviso anche dagli interventi successivi degli abitanti dell’isola.

Ognuno riportando la propria esperienza e il proprio punto di vista, ma trovandosi concordi sulla necessita’ di invertire le dinamiche attuali e la gestione delle politiche migratorie, reinventando invece, nuovi approcci per la tutela dei diritti di tutti/e, migranti e non.

Fiduciose e cariche aspettiamo le prossime giornate!

Ciccia e Sara

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