Un’altra partecipatissima assemblea apre il secondo appuntamento della campagna Refugees Welcome Perugia.
Molte facce nuove, soprattutto migranti, e tanta voglia di discutere, partecipare.
Si cerca di fare il punto su quanto detto nella precedente assemblea e su quelli che sono stati i punti cardine che hanno accompagnato l’intera discussione, ma anche su quelle che sono state le proposte emerse per continuare il percorso avviato attraverso azioni mirate ad andare a scardinare quelli che sono state individuate come le problematicità più pesanti da affrontare.
Oltre alla casa, al reddito, all’ accesso ai diritti in generale quello che spaventa è l’isolamento in cui vivono i/le migranti, isolamento di cui spesso sono complici le stesse associazioni che si occupano dell’accoglienza. Quello che manca è l’integrazione reale e momenti in cui poter DAR VOCE a chi solitamente non ne ha. Uno degli obiettivi della campagna Refugees Welcome Perugia è proprio questo.
La discussione torna spesso su quelle che sono le lacune dell’attuale sistema di accoglienza in cui la quasi totalità dei migranti presenti sono inseriti. La critica più grande che emerge è il potere che viene lasciato alle Commissioni territoriali le quali decidono se rilasciare o meno un permesso in maniera totalmente discrezionale. A questo si accompagna la grande carenza di alcune associazioni nel preparare i/le migranti al momento della Commissione (in alcune città, come Bari, sono ONG esterne che volontariamente si interessano di preparare al momento della Commissione, raccogliendo le storie dei/lle migranti e individuando come meglio presentarla alla Commissione).
Altro aspetto non da poco è il tipo di permesso che le Commissioni rilasciano. Durante la discussione sono state riportate delle cifre: sul totale delle richieste presentate nell’ultimo anno ne sono state accolte il 50%, di queste, la maggior parte, si sono tramutate in permesso di soggiorno per protezione sussidiaria o umanitaria, e un numero ridottissimo in permessi per asilo. La differenza, come ci spiega bene un membro dell’associazione degli Africani “Save the Youth Action”, non riguarda solo la durata del permesso, ma soprattutto l’accesso a garanzie differenti. Si creano delle disparità lì dove non ci dovrebbero essere e dove invece ci dovrebbero essere solo diritti garantiti a cui avere accesso incondizionatamente.
La discussione è stata animata, condivisa e partecipata soprattutto quando si è sollevato un altro aspetto che caratterizza i/le richiedenti asilo accolti/e nel Comune di Perugia. La critica nasce dall’impossibilità di avere un documento di identità correlato al rilascio del permesso, da qui la non iscrizione anagrafica e il venir meno a una serie di servizi/diritti. Altri Comuni della regione rilasciano questo tipo di documento e non si capisce bene come mai l’amministrazione locale si rifiuti, se non per una chiara presa di posizione politica. È proprio questo uno degli obiettivi che collettivamente ci siamo dati come primo passo da fare insieme: rivendicare l’iscrizione anagrafica e quindi l’ottenimento di un documento d’identità.
Direttamente collegato all’ iscrizione anagrafica è la richiesta di un domicilio virtuale presso il Comune di Perugia, domicilio richiesto dalle questure per il rinnovo dei permessi, domicilio che molti delle persone inserite nel programma di accoglienza perderanno non appena la Commissione si sarà dichiarata. In tal caso, oltre ad uscire da programma e non avere fisicamente una casa, non avrebbero neppure la possibilità di produrre la documentazione richiesta dalla questura per il rinnovo del permesso.
Un’altra proposta che ha trovato molto consenso è quella di investire in progetti che siano duraturi e che diano continuità al percorso di accoglienza. Molte le critiche mosse all’attuale sistema che continua a gestire la migrazione in termini di emergenza, fagocitando fondi che potrebbero essere investiti in progetti di altra portata. Molte volte, nel corso della discussione, si sono avanzate critiche alle scelte di investimenti di fondi europei con cifre da capogiro in progetti in Africa, o appunto in progetti come le varie emergenze di turno. Quello che emerge adesso è l’esigenza di utilizzare fondi strutturali, per esempio del Fondo Sociale Europeo, in progetti da fare nei Paesi di arrivo, per realizzare percorsi di accoglienza e integrazione reale. Tra le varie idee, progetti per creare occupazione. Vengono citati esempi come SOS Rosarno, in cui, partendo da poco, si sono realizzate delle esperienze imprenditoriali, che sono prima di tutto progetti politici.
Le proposte sono tante e la voglia di iniziare concretamente a metterle in atto è tanta.
Un primo passo è quello di uscire in città come Refugees Welcome con il primo obiettivo di rompere l’isolamento e l’invisibilità e andare ad attaccare alla radice il razzismo latente che si sedimenta nella città. Lo faremo con una social street, come emerso nella scorsa assemblea. Si è individuato come luogo ipotetico la stazione, in quanto luogo di per sé significativo e anche molto frequentato da migranti.
Un altro appuntamento prossimo è la rivendicazione dell’iscrizione anagrafica presso il Comune di Perugia.
Per definire meglio questi prossimi appuntamenti ci vediamo Giovedì 19 novembre 2015 alle ore 20.00 presso la Consulta dei Migranti, via Imbriani, 2.
ENGLISH VERSION
The 2nd meeting of the Refugees Welcome campaign was again very participated. There were many new people, mainly migrants who had a strong interest to debate and to contribute.
We reviewed the main topics we discussed during the previous assembly focusing on some proposals we put forward to front the main problems and needs.
Besides housing, income and the access to general rights another big problem mentioned is the migrants’ isolation. Even some associations that take care of the reception often make themselves accessories to this isolation. The migrants feel that there are no moments in which they can express themselves. One of the goals of the Refugees Welcome campaign is to find moments of collective sharing.
The debate insists on the limits of the current reception system. The main criticism concerns the power given to local commissions which decide to issue a permit or not without any set of comprehensible criteria. Some of the migrants underline that the local associations don’t prepare them to front the commission (in some towns such as Bari there are some NGO which take care of that, collecting stories and finding the best way to introduce them to the commission).
We also talked about the different kind of permissions that the local commissions issue. Some statistics were reported: considering the total requests of this year, only 50% have been accepted. Most of them became residence permits due to humanitarian and subsidiary reasons and only a very small amount of them became asylum permits.
One member of an African association called “Save the Youth Action” highlighted the difference among the permits issued. It is not only about the duration of the permit but also about the access to different rights. The consequence is that instead of guaranteed rights for everybody we have unjustified differences.
During the discussion another important issue araised: the impossibility to get the identity document related to the request of a permit in the municipality of Perugia. It means that migrants don’t get the official birth registration, which affects their accessibility to some of the main services and rights. In many other municipalities of Umbria the identity document is automatically issued, that’s why it is easy to understand that the choice of the municipality of Perugia has political reasons. After these considerations we decided to work on this problem claiming together the right to have an identity document.
Another item strictly connected to the official birth registration is the virtual address. The police headquarters requires in fact an address to renew the residence permit. The problem of having an address is very concrete, considering that many of the migrants will loose it after the commission verdict. In this situation, besides being out of the program and not having a house, they wouldn’t even have the possibility to apply for the renew of the permit.
Another proposal is to invest in projects to ensure an on-going process of reception. The current reception system has been accused to front the migration phenomenon using an emergency measures by drawing on funds that could be invested in better programmes.
During the discussion the way in which EU founds are invested was also criticised bringing to mind the emergency projects in Africa. It would be important to use structural funds, such as the European Social Fund, to promote projects in the arrival countries, in order to offer enduring and sustainable reception programs and to start a real process of “integration”.
SOS Rosarno was taken as an example of a good occupation project. That was clearly not only a business program but also most of all a political one.
At the end of the meeting we decided to start working on concrete initiatives. It is important to let people of Perugia know about the Refugees Welcome compaign and its contents. The first idea was the organization of a social street, with the aim to break down the isolation and the invisibility and to fight against racism and prejudice. Perugia train station sounded the best place to organize this first social street, as many members of the assembly live and hang out around there.
We also decided to meet again in order to discuss how to prepare the claim of the birth registration.
We meet again on Thursday (November 19th) at 20:00 at the Consulta dei Migranti, via Imbriani, 2