18 Novembre 2025

FUORI EUROCHOCOLATE DA PERUGIA!

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MANIFESTAZIONE 21 NOVEMBRE CONCENTRAMENTO ORE 18.00 IN PIAZZA PARTIGIANI.

Comunicato del coordinamento cittadino.
 

⭕Contro le aziende che supportano il genocidio in Palestina.
⭕Contro lo sfruttamento delle persone impiegate nella filiera del cioccolato.
⭕Contro la città vetrina e per la difesa della biodiversità sul nostro territorio.

👉 Evento qui

Dopo oltre 70 anni di apartheid ai danni del popolo palestinese, dopo due anni di mobilitazioni contro il genocidio messo in atto dal governo sionista israeliano, dopo che in tutto il mondo le persone sono scese in piazza contro il massacro sistematico di civili e la distruzione di ospedali e scuole, non è possibile che venga permesso alle aziende che fanno affari con Israele di avere un posto nel centro storico di Perugia. Tutti gli abitanti di questa città sanno che Eurochocolate è una vetrina delle multinazionali che affamano il mondo con le colture transgeniche, i fertilizzanti, i salari da fame e la concorrenza sleale. Queste sono le stesse aziende la cui ricchezza si basa su una violenza strutturale che colpisce soprattutto le donne: nelle piantagioni di cacao, dove le lavoratrici sono relegate nei ruoli più precari e pagate una miseria; e dentro i loro stabilimenti, dove la doppia fatica di essere donne e lavoratrici viene sfruttata per massimizzare i profitti. Aziende che non si fanno problemi a investire in luoghi in cui i paramilitari uccidono le persone che difendono i popoli nativi e gli ecosistemi minacciati dai loro progetti. Aziende che stringono la mano a criminali di guerra come Netanyahu e i suoi ministri.

Tra queste, Nestlè, legata alla proprietà del colosso alimentare israeliano Osem, è per questo stessa sotto attenzione del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Un’azienda i cui piani di licenziamento alla Perugina non sono un incidente, ma l’applicazione di un modello di sfruttamento che nelle filiali del Sud del mondo si traduce in pratiche di sfruttamento odiose: la negazione dei diritti di maternità, l’esposizione a turni estenuanti e molestie sul lavoro, e la sistematica preferenza per l’assunzione di donne nelle mansioni più repetitive e meno pagate, per sfruttare la loro presunta “docilità”. Aziende controllate da fondi di investimento che vivono di speculazioni immobiliari, come quelle che sta preparando Trump (e non solo) quando afferma di voler riempire le spiagge di Gaza con resort per ricchi di tutto il Pianeta.

Se non vi basta ciò che succede davanti al nostro mare, nel Sud del mondo, ricordatevi cosa hanno prodotto per Perugia queste aziende che avete davanti. La turistificazione dei centri storici: sempre più inaccessibili per famiglie a basso reddito. Le monoculture di noccioleti, come nell’orvietano dove la biodiversità è minacciata dalla riconversione delle attività agricole. I deserti industriali, come quello che si prospetta dopo l’annuncio di Nestlè di tagliare il personale alla Perugina.

Alla luce di tutto ciò non possiamo che opporci ad un mostro come “il museo del cioccolato”. Una vetrina attaverso la quale vengono sistematicamente negate tutte le nefandezze di questa filiera. Uno spazio tolto alla nostra città, ai produttori locali, al commercio equo, a modelli economici alternativi a quelli dominanti.

Stanchi di essere una vetrina, vogliamo tornare ad essere abitanti di questa città ribelle! Con la resistenza palestinese! dopo le intense mobilitazioni degli ultimi mesi, lanciamo un appello a tutte le forze cittadine perché Perugia non venga messa a disposizione dei complici del governo di Israele.

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